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Archivio per marzo 2015

Il fiume Oliva domenica a Presa Diretta su Raitre

14 marzo 2015 Commenti chiusi

Amantea, 14 marzo 2015 - Riccardo Iacona nella prossima puntata di “Presa Diretta”, in onda domenica 15 marzo alle 21,45 su Raitre, si occuperà dell’inquinamento del fiume Oliva e della sua mancata bonifica.

La puntata “Salviamo il mare” è un lungo viaggio in giro per il Mediterraneo per raccontare che i nostri mari sono malati e hanno bisogno di essere curati. Una troupe della Rai al seguito dell’inviata Elena Stramentinoli ha indagato anche sullo stato di salute del Tirreno cosentino scoprendo le carenze dei nostri depuratori e l’esistenza di aree contaminate che influiscono sullo stato di salute del mare. Disastri ambientali come quello dell’Oliva che dopo oltre dieci anni di indagini, numerosi carotaggi ed analisi non è stata ancora bonificata.

 

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Bonifica dell’Oliva. Il Comitato chiede incontro ai sindaci

13 marzo 2015 Commenti chiusi

Sarà successivamente richiesto incontro con Oliverio per sollecitare la regione alla bonifica.

Amantea, 12 marzo 2014 – Il Comitato civico Natale De Grazia chiede un incontro ai sindaci dei comuni che si affacciano nella vallata del fiume Oliva per fare il punto sullo stato dei lavori e per sollecitare il governatore della Regione, Mario Oliverio, a farsi carico della bonifica. Ai primi cittadini di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea e Lago è indirizzata la missiva a firma del  presidente del Comitato, Gianfranco Posa, che chiede inoltre al sindaco di Amantea di coordinare l’organizzazione della riunione, alla quale chiede di invitare – oltre ai sindaci in indirizzo – anche le associazioni e i sindacati che si sono impegnati nella vicenda dell’Oliva ad iniziare dalle organizzazioni che si sono costituite parti civili nel processo in Corte d’assise a Cosenza.

Segue il contenuto della missiva indirizzata ai Sindaci di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello, Lago, San Pietro in Amantea

OGGETTO: Richiesta incontro per discussione bonifica della Valle dell’Oliva. Analisi della situazione attuale e discussione piattaforma con i sindaci del comprensorio, da sottoporre al Presidente della Regione Calabria.

Amantea, 10/03/2015

Egregi Sindaci,

Con la presente, il Comitato Civico “Natale De Grazia” di Amantea intende sollecitare una riunione con i rappresentanti dei Comuni in indirizzo per discutere e concordare una unitaria piattaforma di istanze e desiderata urgenti e non più rinviabili, da sottoporre in un prossimo incontro da richiedere al Presidente della Giunta regionale della Calabria, On. Mario Oliverio.

Siamo tutti a conoscenza della situazione di inquinamento ambientale in cui versa la valle del fiume Oliva, appurata negli anni scorsi con accurate e approfondite analisi. Sappiamo tutti che i siti interessati – come dalle risultanze delle indagini effettuate dalla Procura di Paola, dai carotaggi eseguiti da Ispra e Arpacal nella primavera del 2010, e da quanto sta emergendo dal processo in corso in Corte d’Assise a Cosenza – sono diverse, e che la quantità di sostanze nocive e pericolose per l’ambiente è stimata in circa 160 mila metri cubi di fanghi industriali interrati a diversi metri di profondità. Un volume enorme di materiale inquinante, altamente nocivo e pericolosissimo per la salute pubblica, certamente cancerogeno, che comprende tricloroetano, arsenico, vari metalli pesanti, inerti, rifiuti solidi urbani, idrocarburi e Cesio 137.

 

Le aree inquinate – lo ricordiamo – ricadono nei comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra D’Aiello, San Pietro in Amantea. Località come Foresta, Carbonara, Giani, Romia, Massa Vetere, Petrone, Valle del Signore attendono da troppo tempo di essere bonificate. Un’operazione, quella della bonifica, che secondo stime Ispra, necessiterebbe di circa 21 milioni di euro. Lo stesso Istituto del Ministero dell’ambiente, nell’aprile 2013, ha confermato, in una relazione, l’attuale grave situazione ambientale dell’Oliva e segnalato le elevate concentrazioni di sostanze velenose come l’arsenico e l’avvelenamento delle acque di falda inutilizzabile per uso umano, agricolo e zootecnico.

Nei mesi scorsi, è utile evidenziare, la regione Calabria ha chiesto ai comuni di segnalare entro ottobre 2014 la presenza nel proprio territorio di siti da bonificare. Nell’elenco attuale – che però risulta non aggiornato, per come invece è scritto sul sito della Regione – non compare la Valle Oliva (per la quale dovrebbe, invece, essere in procinto l’analisi del rischio, operazione propedeutica alla bonifica), ma è indicato solo Grassullo (anche per questo ultimo sito, dovremmo fare il punto).

 

In relazione a quanto sopra ricordato, CHIEDIAMO, a nome delle Comunità della Vallata dell’Oliva, di voler programmare un INCONTRO con TUTTI i SINDACI del COMPRENSORIO, da tenersi ad Amantea nei prossimi giorni, al quale chiediamo di partecipare insieme alle associazioni ed organizzazioni sindacali che si sono impegnate a difesa dell’Oliva ad iniziare da quelle che si sono costituite “parti civili” nel processo in Corte d’Appello a Cosenza (Comitato De Grazia, Vas, Wwf, Legambiente, Ampana, Forum ambientalista e Camera del lavoro Cgil di Cosenza). Chiediamo inoltre al sindaco di Amantea di farsi promotore dell’incontro da tenersi possibilmente nel giorno di sabato per dare la possibilità a tutti di partecipare.

Certi di una vostra pronta accoglienza della presente, inviamo i nostri più cordiali saluti.

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LAGO (CS). Un centro raccolta rifiuti differenziati al posto della discarica

12 marzo 2015 Commenti chiusi

I cittadini preoccupati che il centro di raccolta possa trasformarsi in discarica

Tra la fine dell’anno 2013 e i primi mesi del 2014 una protesta popolare – nata ad Amantea nella sede del  comitato De Grazia – ha impedito che venisse realizzata una discarica di rifiuti in località Giani del comune di Lago.

Il deposito di rifiuti doveva nascere sulle pendici della valle del fiume Oliva, già pesantemente inquinata  da rifiuti industriali seppelliti illegalmente. Durante un incontro pubblico, davanti alle proteste dei cittadini, il sindaco di Lago, l’architetto Vittorio Cupelli,  faceva “dietrofront”, forse convinto dalle motivazioni a sostegno della raccolta differenziata portate avanti da cittadini e ambientalisti o forse anche dal crescente fronte del “no alla discarica”, che avrebbe potuto condizionare l’allora imminente campagna elettorale (poi vinta dallo stesso Cupelli).

Il progetto della discarica – che prevedeva un finanziamento di  circa 5 milioni di euro – veniva così sospeso e per cercare di non perdere i finanziamenti si è lavorato ad un progetto alternativo a supporto – diceva il sindaco – della raccolta differenziata. E così, mantenendo l’impegno, l’amministrazione comunale  con la delibera del 14/2015 ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione di un centro di raccolta di rifiuti differenziati in località Giani del comune di Lago, stessa zona dove doveva nascere la discarica.

Alcuni cittadini di Lago ci hanno però contattato preoccupati, perché sospettano che il “centro di raccolta” possa invece trasformarsi – in caso di necessità ed emergenza – in un deposito di rifiuti “tal quale”, in altre parole in una discarica.

Il dubbio potrebbe essere fondato se si pensa che nelle  vicinanze, sul suolo del confinante comune di San Pietro in Amantea, il virtuoso sindaco Gioacchino Lorelli ha avuto finanziato un progetto per la realizzazione di un’isola ecologica di discrete dimensione che dovrebbe accogliere i rifiuti differenziati di diversi comuni. Pare che l’impianto di San Pietro debba ospitare addirittura anche i rifiuti differenziati del comune di Longobardi distante alcuni chilometri. La domanda dunque sorge spontanea:  Perché realizzare un’opera “doppione” nel vicino comune di Lago?

Le risposte potrebbero venire dagli amministratori negli incontri programmati con i cittadini.

Assemblea di Lago. L’intervento del presidente del comitato de grazia. convegno discarica 5 

La discarica di Giani non si farà è lannuncio dei due candidati a sindaco di lago

 

Un’isola ecologica per la differenziata al posto della discarica dei rifiuti

La realizzazione nel sito di località Giani

Articolo di Bruno Pino sul Quotidiano del Sud del 12 marzo 2015

 

LAGO – Il sito di Giani, in comune di Lago – che lo scorso anno era stato individuato per la costruzione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi – diverrà ora, secondo quanto deciso dall’amministrazione comunale, un centro di raccolta per rifiuti differenziati.

Il progetto prevede, come ci ha spiegato il consigliere Angelo De Simone, la recinzione e l’asfalto di un’area di Cozzo Giani, e la realizzazione di una vasca a tenuta stagna. Il centro di raccolta, i cui lavori dovrebbero terminare entro fine aprile e che saranno eseguiti in economia, per un importo di 33 mila euro gravanti sul bilancio comunale, accoglierà tutte le tipologie di rifiuti differenziati e sarà funzionale al servizio di raccolta “porta a porta” che l’ente locale intende avviare a partire dal prossimo mese di maggio, «con l’obiettivo – è scritto nella deliberazione 14/2015 – di garantire una maggiore tutela ambientale e di riduzione dei costi di smaltimento».

Intanto, il comune sta pianificando, ci ha anticipato il vice sindaco Fiorenzo Scanga, un piano di sensibilizzazione per imparare a differenziare correttamente attraverso incontri presso le scuole, nelle frazioni, e con le associazioni.

Come si ricorderà, la paventata realizzazione di una discarica a Giani (finanziamento di 5 milioni e mezzo di euro), lo scorso inverno aveva tenuto in apprensione le popolazioni locali che si erano fermamente opposte al progetto, insieme ai consigli comunali di Amantea, Aiello, Serra, Cleto, e San Pietro, poiché il territorio della vallata dell’Olivo, dove insiste Giani, più che di altre discariche aveva ed ha tuttora bisogno di bonifiche.

Questo pomeriggio (giovedì 12, ore 18.30), nella frazione Terrati, è previsto un incontro per fare una sorta di bilancio dei primi 10 mesi di amministrazione, al quale parteciperà il consigliere De Simone. Sarà la giusta occasione per chiedere tutti i dettagli del progetto.

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Per l’Oliva si richiede la stessa determinazione dimostrata per Coreca

10 marzo 2015 Commenti chiusi

A rischio la salute di una popolazione di ventimila persone

Il caso Coreca oscura l’Oliva

Alfonso Lorelli del comitato De Grazia lancia la provocazione 

di Rino Muoio sul Quotidiano del Sud (domenica 8 marzo 2015, pag. 23)

Amantea, 8 marzo 2015 – “Altro che scoglio di Coreca! Altro che difesa di pochi interessi privati. La mancata bonifica dell’Oliva mette a repentaglio il sacrosanto diritto alla tutela della salute e della vita di 20.000 persone. Perciò a nessuno può più essere consentito di fare lo struzzo. Sarebbe un comportamento omicida”.

E’ diretto e preoccupato l’intervento del professore Alfonso Lorelli, intellettuale e voce autorevole del Comitato “De Grazia”, l’associazione che da decenni combatte sulle grandi questioni ambientali del territorio e della regione, a cominciare da quella dell’invasiva, inquietante e accertata presenza di centinaia di metri cubi di sostanze altamente inquinanti e nocive presenti nell’alveo del fiume Oliva, sulla quale, per altro, è incardinato un processo, che si sta celebrando in questi mesi presso il Tribunale di Cosenza, avviatosi al termine di una delicata e complessa indagine della Procura della Repubblica di Paola, guidata dal dottor Bruno Giordano.
Il professore Lorelli interviene mentre, nelle scorse settimane, l’attenzione dei cittadini si è concentrata sulla vicenda del contestato progetto di salvaguardia del tratto di costa di Coreca, per il quale è stato ora affidato un studio all’Unical.
Una giusta e forte attenzione dell’opinione pubblica che, sostiene, tuttavia, andrebbe riposta forse con ancora maggiore determinazione sulla vicenda dell’Oliva.”
Coreca? Ma della valle dell’Oliva che ne facciamo? – chiede Lorelli. La Regione Calabria, il Comune di Amantea, funzionari, assessori, sindaci, si stanno spendendo con determinazione per “salvare”(dicono loro) lo scoglio grande di Coreca. Vogliono che venga spesa, comunque, la somma di un milione e centomila euro per la costruzione della barriera di difesa programmata e finanziata su di un improvvisato ed occasionale progetto sul quale non tutta l’amministrazione del tempo era d’accordo. Ora hanno deciso di affidare all’Unical (che a volte viene considerata come foglia di fico scientifica) una nuova progettazione che abbia minore impatto ambientale e possa evitare la deturpazione di un luogo storico del turismo calabrese; ma forse quadrare il cerchio non è possibile per nessuno.
Tutto questo attivismo è stato indotto dalle prese di posizione di associazioni, cittadini, esponenti dell’istituzione locale, a difesa dello scoglio e contro un mostruoso intervento che prevede la costruzione di una barriera di massi emersi per due metri dal livello dell’acqua.
Non è lo scoglio ad essere in pericolo – spiega allora il professore. Non esiste una dimostrazione scientifica che esso è prossimo al collasso; esso resiste da millenni alla furia delle onde. Lo sono invece alcuni interessi privati circostanti, sanati i quali altri se ne produrrebbero di ben più grave entità.
La ragione di tanta ostinazione non è la difesa dello scoglio ma il non voler perdere un finanziamento, ed altro ancora. Mi pongo una domanda: come mai altrettanta attenzione, altrettanti e maggiori finanziamenti, altrettanta mobilitazione non vi è stata e non vi è sull’urgenza di bonificare il fiume Oliva? Perché su questa grande tragedia che colpisce il territorio e le popolazioni di 4 Comuni si continua a voler nascondere la testa sotto la sabbia? A non lottare con determinazione, anzi con ostinazione, per ottenere la bonifica dei siti inquinati da veleni pericolosissimi per la salute della popolazione? Mi domando se questo atteggiamento di rimozione del pericolo che incombe su 20.000 persone dipende dalla incapacità a capire, ed a far capire, la gravità della situazione, o dalla convinzione, quasi generale, che è meglio dimenticare, tacere, far finta che tutto sia stato un brutto sogno causato da brutti fantasmi. Eppure in quel fiume si trovano 140.000 metri cubi di rifiuti pericolosi, tossici e nocivi il cui illecito interramento “ha determinato una serie di gravi danni ambientali, attuali e temporanei, fonte di rischio di aggravamento ed estensione della contaminazione… e di un aumento statistico, presso la zona in esame, di patologie associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque” (Relazione ISPRA).
Novantuno carotaggi e 500 prelievi analizzati hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza di enormi e diverse sostanze inquinanti e pericolose nell’alveo dell’Oliva. E nulla smentiscono le saltuarie analisi delle acque del mare che, spesso,  vengono considerate pulite anche quando “de visu” sono ben sature di inquinanti di ogni specie.
Quantunque persista un grave pericolo per la salute della popolazione – insiste – le istituzioni si impegnano di più quando si tratta di costruire una barriera di massi che deturperà uno dei luoghi più belli della Calabria, che non quando si dovrebbe difendere il bene primario dei cittadini che è la salute.
Si possono sperperare un milione e centomila euro per costruire un ecomostro a Coreca ma non per bonificare qualche sito del nostro fiume. Tanto chi si ammala, chi si è già ammalato, non può mai dimostrare il rapporto di causa con quelle sostanze velenose interrate nell’Oliva, e vivrà il proprio dramma nel suo isolamento familiare.
Mentre del Registro tumori si continua ciarlare solo in qualche convegno.
La Regione Calabria, i Comuni, lo Stato non possono continuare ad avere un atteggiamento di “rimozione” del pericolo; è ampiamente dimostrato che in alcuni siti del fiume Oliva (Carbonara, Foresta ed aree limitrofe) la concentrazione di veleni è talmente alta da richiedere la bonifica urgente ed indilazionabile.
Per bonificare l’intera vallata sarebbero necessari almeno 20 milioni di euro. Urgenza, necessità e buon senso imporrebbero che in attesa di un tale finanziamento, almeno si mettesse mano alle aree più pericolose, anche con fondi minori ma spendibili. I sindaci ed il neo presidente della Regione Oliverio (che conosce il problema e lo conosce ancora di più il capo della sua segreteria Franco Iacucci) – conclude – sono chiamati alle loro responsabilità, finora tutte disattese”.

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