Archivio

Archivio per giugno 2010

Colonna del VI secolo a.c. rinvenuta durante i carotaggi nell’Oliva

30 giugno 2010 Commenti chiusi

Nel fiume Oliva, tra i fanghi industriali, spunta una colonna del VI Secolo a.c. E’ il caso di dire  ”non tutti i mali vengono per nuocere”.


Fiume Oliva, 30 Giu. 2010 - I lavori di carotaggio, disposti dalla procura di Paola alla ricerca di rifiuti pericolosi nell’alveo del torrente Oliva, hanno portato alla luce una  colonna antica risalente al VI secolo a.c.

Il reperto archeologico era stato seppellito insieme a rifiuti industriali. Era prassi, soprattutto negli anni passati e soprattutto nella frazione di Campora San Giovanni seppellire, cementificare o comunque “far sparire” i reperti storici rinvenuti durante gli scavi delle fondamenta dei fabbricati, per paura che le autorità competenti potessero sequestrare i cantieri e sospendere i lavori. Cosa non vera perhè i lavori edili in questi casi vengono sospesi generalmente solo per pochi giorni, il tempo necessario a recuperare i reperti storici.

la colonna del IV sec. a.c. ritrovata

la parte di colonna del VI sec. a.c. ritrovata nell'Oliva

Dai primi rilievi effettuati dalla Soprintendenza dei beni culturali è emerso che la colonna apparterrebbe ad una costruzione antica facente parte dell’agglomerato urbano dell’antica Temesa, città della Magna Grecia, che tanti studiosi negli ultimi anni stanno cercando di far riaffiorare dai terreni che circondano l’abitato di Campora San Giovanni, frazione del comune di Amantea. E’ infatti di questi ultimi tempi l’avvio di una campagna di scavi archeologici che proprio alcuni giorni addietro ha portato alla luce in località Principessa un’antica villa romana.

Non solo rifiuti quindi lungo il fiume Oliva, ma anche risorse culturali trattate come semplici materiali di scarto, a testimonianza della scarsa sensibilità verso la “cosa pubblica” e verso quei beni che potrebbero divenire preziosi per tutta la comunità. Purtroppo la Calabria a differenza della Sicilia conserva poco e male le risorse ereditate dal periodo magno-greco e latino. Questi beni se valorizzati e resi fruibili potrebbero diventare un polo d’attrazione per i turisti. Come speriamo avvenga per il pezzo di colonna ritrovato, che è stato preso in consegna dai militari della guardia costiera che lo custodiscono nella stazione della capitaneria di Porto di Amantea, in attesa di essere trasferito probabilmente nel museo di Serra d’Aiello, nato pochi anni fa per custodire il patrimonio archeologico che sta venendo alla luce in questa zona.

Una volta ripulito dalle sostanze tossiche che vi sono state seppellite, il fiume Oliva potrebbe diventare un’area fruibile dal punto di vista turistico e culturale. E perché no, magari diventare quel parco naturale che pochi anni fa l’amministrazione comunale di Amantea aveva pensato di realizzare.

Ma per fare in modo che questo avvenga, bisogna prima disporre e realizzare la bonifica dei circa 100mila metri cubi di rifiuti che pare siano stati seppelliti nell’alveo del fiume (leggi l’articolo che segue).

Comitato civico Natale De Grazia

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Fiume Oliva, procuratore di Paola: “centomila metri cubi di fanghi industriali”

30 giugno 2010 Commenti chiusi

Bruno Giordano

Giordano: “Abbiamo ancora lavori di carotaggio per 3 o 4 giorni, poi potremo iniziare il lavoro di analisi dei detriti campionati”


Amantea 30 giu. 2010 - Il Procuratore di Paola (Cosenza), Bruno Giordano, ha commentato i lavori di carotaggio che si stanno compiendo lungo il fiume Oliva, nei comuni di Amantea, Serra d’Aiello e Aiello Calabro: «La stima è senz’altro per difetto, ma pensiamo che sotto il fiume Oliva ci siano almeno centomila metri cubi di fanghi industriali». I carotaggi in questione, si erano resi indispensabili a seguito di diverse segnalazioni della presenza di presunto materiale tossico nella zona e a seguito di alcune relazioni medico-scientifiche che avevano fatto emergere una casistica insolita di morti per tumore in quell’area.
«Abbiamo ancora lavori di carotaggio per 3 o 4 giorni, poi potremo iniziare il lavoro di analisi dei detriti campionati», ha aggiunto Giordano, che già nelle scorse settimane aveva confermato senza dubbi la presenza dei fanghi.
Dalla Procura di Paola si precisa che ieri sono anche terminati i carotaggi sulla collina che contiene una cava in cui si sono misurati valori anomali di radioattività. Ma di questo ancora non si vuole dire niente. Nella zona si sospetta possano essere stati smaltiti in maniera fraudolenta rifiuti industriali provenienti da altre regioni. [continua a leggere sul sito: http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/cosenza_paola_fanghi_industriali_fiume_oliva_dichiarazioni_procuratore_giordano_depurazione.html

Carotaggi Oliva - Foto G. Posa

dal sito de “Il Quotidiano Della Calabria”

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Quello che la TV non racconta. Testimonianza dall’Aquila

28 giugno 2010 Commenti chiusi

Gli aquilani costretti a pagar le tasse e i mutui per case che non hanno più

Il testo che segue, probabilmente non c’entra nulla, con le notizie che trovate in questo sito, che si occupa di ambiente, di traffico di rifiuti…e delle attività del nostro Comitato, un comitato civico, unione spontanea di cittadini “che non ci stà!” e vuol difeneder a denti stretti il proprio territorio – in Calabria – che “Ama” profondamente, a differenza di quello che qualcuno pensa….

Ma quello che segue è testimonianza del sistema Italia, lo stesso sistema che permette ad imprese senza scrupoli di utilizzare intere regioni come luogo di smaltimento degli scarti pericolosi delle proprie lavorazioni in nome del “profitto”, nell’indifferenza generale e complicità del sistema., Ma anche della gente comune che forse pensa “tanto non è successo a me”.

Aquila - «Ieri mi ha telefonato l’impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno, causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola.
Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi.

Ed io lo faccio.

Le racconto del centro militarizzato.
Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio.
Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.
Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.
Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo.
Le racconto che pagheremo l’ICI ed i mutui sulle case distrutte e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.
Che lo stato non versa ai cittadini senza casa – ben ventisettemila che si gestiscono da soli – neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.
Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago, in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.
La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz’anima. Senza neanche un giornalaio o un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra lontani chilometri e chilometri.

Le racconto dei professionisti che sono andati via.
Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo.
Le racconto di una città che muore e lei mi risponde, con la voce che le trema:
” Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo.”»

Molti giornalisti o meglio, molte redazioni decidono di non scrivere, non trasmettere, non documentare (alcuni giornalisti si sono già auto-imbavagliati) ma queste notizie possiamo farle girare in rete…e poi incazzarci e star vicino a questa gente senza lasciarla sola…cercando, con i pochi sistemi democratici che ci sono rimasti, di cambiare il sistema

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Amantea. Il libro “Terra Venduta, così uccidono la Calabria. Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni” presentato dall’autore.

26 giugno 2010 Commenti chiusi

Claudio Cordova

Gaia International Festival serata finale.
Ad Amantea sarà presentato il libro“Terra Venduta, così uccidono la Calabria. Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni”.
Con l’autore Claudio Cordova andremo alla scoperta di cosa nascondono la nostra Terra e il nostro Mare

.

AMANTEA - Domani sera (domenica 27 giugno) si terrà la presentazione del Libro “Terra Venduta, così uccidono la Calabria. Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni”. Alle ore 20.00 in Piazza Calavecchia incontreremo l’autore Claudio Cordova, giornalista di Reggio Calabria. Il volume, distribuito dalla casa editrice Laruffa Editore, racconta – come descrive il sottotitolo – l’esperienza del giovane cronista che scrive con coraggio e con grande efficacia di uno dei più drammatici fenomeni criminali del sud Italia: il traffico dei rifiuti nocivi per la salute umana controllato dalla criminalità organizzata. Molto interessanti anche i documenti fotografici che completano il testo in cui si vedono fusti seppelliti contenenti rifiuti pericolosi, come quelli ritrovati occultati sotto il Lido Calipso a Bocale, frazione di Reggio Calabria. L’autore indica le cifre del traffico dei veleni, i numeri inquietanti dei delitti ambientali commessi soprattutto nelle quattro regioni controllate dalla criminalità organizzata, le cifre dei capitali che ruotano intorno a questi traffici e quello drammatico delle morti. Tutti elementi acquisiti in anni di indagini giornalistiche calpestando i territori di cui parla. «Ho visitato i luoghi che sarebbero teatro dei presunti traffici di rifiuti, vivendo tutto in prima persona – dichiara l’autore – racconto quello che ho visto, ascoltato, appreso” e lo racconta Cordova. Lo racconta

il libro

soprattutto alla persone che molto spesso non vorrebbero sentirne parlare di questi argomenti. «C’è tanta gente a cui non

piace la verità, a cui non piace la luce da cui si sente accecato e che mostra ombre che fanno paura – rivela Cordova – C’è gente che non ha mai aperto gli occhi ai reali problemi della propria terra, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia. Poi però – conclude l’autore – la cruda realtà, che a volte è fatta di morte, mostra quello che c’è nella profondità della terra e del mare e non si può più far finta di non vedere».

Amantea, 26 giugno 2010

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Ad Aiello calabro il documentario “L’ultima spiaggia. Un saggio di geografia disumana” del regista Calabrese Massimo De Pascale.

26 giugno 2010 Commenti chiusi

AIELLO CALABRO (Cosenza)– Dopo l’anteprima nazionale di Amantea di qualche giorno fa, replica nella cittadina tirrenica, sabato prossimo, per il documentario “L’ultima spiaggia. Un saggio di geografia disumana” del regista calabrese Massimo De Pascale.
Il video, lanciato mesi fa da Repubblica Radio Tv (scritto e diretto da De Pascale; riprese e montaggio di Nicola Carvello; Produzione DoKufilm), racconta del traffico dei rifiuti tossici che riguarda la Calabria. Ma non solo. «Il senso del lavoro – ha dichiarato l’autore – è racchiuso in buona parte nel sottotitolo. Si tratta di un documentario in cui la denuncia di una situazione estrema – ha aggiunto – avviene attraverso il linguaggio delle immagini, cercando di coniugare poesia e antropologia e dilatando il discorso dalla situazione particolare a una riflessione più generale sull’incrinarsi del rapporto tra l’uomo e la natura». Lo stesso rapporto tra uomo e natura raccontato dal regista in “Vita, morte e miracoli nel paese più povero d’Italia” documentario che racconta la storia di Nardodipace un piccolo centro dell’entroterra calabrese, definito il paese più povero d’Italia, devastato dalle frane e forse ancor di più, dalla scellerata ricostruzione che ne è seguita.
L’appuntamento, curato dal Comitato Civico “Valle Oliva. Terre a perdere” di Aiello Calabro, dal Comitato “Natale De Grazia” di Amantea e dalla Cgil di Amantea – nell’ambito del Gaia International Festival che ha preso il via sabato 19 giugno e si svilupperà per una settimana, fino al 27, nei paesi situati lungo la costa tra Amantea e Maratea – è per questo sabato, a partire dalla 21.30 presso la sala dell’ex Pretura.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Come valorizzare l’esistente e coniugare Filosofia e Gusto?

24 giugno 2010 Commenti chiusi

Gaia International Festival

24 Giugno in programma ad AMANTEA

Oggi, 24 giugno, ad Amantea nell’ambito del Gaia International Festival  si terrà un pubblico dibattito su “La Valorizzazione dell’esistente” promosso dal Comitato De Grazia e dal Centro Giovane Andrea Guido. Nello scenario di Piazza Calavecchia, docenti universitari ed operatori della società civile si confronteranno su come poter valorizzare le risorse materiali e immateriali della nostra regione. Rosario Chimirri,professore di architettura e urbanistica dell’Università della Calabria, presenterà il volume Architettura popolare del Basso Tirreno cosentino e disserterà sulle varie opportunità di utilizzo del patrimonio architettonico con “Il Genius Loci del Tirreno cosntino: conoscere per pianificare”. Franco Rossi, professore di ingegneria ambientale presso l’Unical, porterà una concreta testimonianza su come valorizzare l’esistente con la presentazione del grande progetto di riqualificazione del territorio realizzato alle Gole del Raganello, presso Civita (Cs) ed al quale Rossi ha collaborato “l’ecomuseo della valle del Raganello, un’esperienza di successo”. Franco Ferlaino, professore cultore di etnologia all’Università della Calabria, proporrà riflessioni sul folklore e sui retaggi culturali del comprensorio amanteano con il suo intervento “Autenticità dell’attrazione turistica e patrimonio della cultura materiale ed immateriale in Calabria”. Vincenzo Linarello, presidente del consorzio GOEL, costituito dalle cooperative promosse da Monsignor Brigantini, che operano sui terreni confiscati alla mafia nel reggino, porterà la sua testimonianza su come essere “protagonisti del proprio cambiamento”, di come è possibile vivere e lavorare nella legalità in Calabria producendo con risorse umani e materiali locali, prodotti di eccellenza, come quelli del brand Cangiari che con i suoi abiti ha avuto una grande affermazione alla settimana della moda di Milano e che trova consensi in tutto il mondo.

25 Giugno in programma a BELMONTE CALABRO

Domani 25 giugno invece a Belmonte Calabro si cercherà di coniugare filosofia e degustazioni culinarie. Una missioneche ha il sapore di una vera e propria sfida tra alimentazione della mente e quella del corpo. Da qui prende le mosse l’evento “Il gusto delle sfide, gusto della filosofia. Le sfide del gusto, filosofia del gusto” che si terrà venerdì prossimo con inizio alle 19 nell’anfiteatro di Belmonte Calabro. L’evento, rientra nel programma del Gaia International Festival iniziato sabato 19 giugno scorso nei paesi situati lungo la costa tra Amantea e Maratea, prevede due momenti: uno dedicato alla disquisizione filosofica in tema di cittadinanza attiva e uno enogastronomico con la sfida gustativa tra due salumi: il culatello di Zimbello (celeberrimo salume della pianura Padana) e il gammune di Belmonte Calabro (salume tipico della località tirrenica). In particolare il primo momento prevede un dibattito dal titolo “Il gusto delle sfide, gusto della filosofia. Valori e riferimenti per una cittadinanza attiva” che vedrà impegnati il professor Alfonso Lorelli, docente di storia e filosofia disquisire con il professor Romeo Bufalo, docente di Estetica all’Unical. Un approfondito confronto più che un convegno che permetterà di comprendere, grazie alla presenza di esperti, gli aspetti più salienti della filosofia dell’esistenza e del ruolo attivo di una cittadinanza partecipata. Seguirà, poi, l’evento degustativo che si snoderà in una prova comparativa alla “cieca” tra i due salumi, cioè il pubblico non conoscerà anticipatamente quale salume assaporerà. Per garantire la correttezza di questa sfida del gusto ci sarà, inoltre, una giuria d’onore composta da esperti del settore. “Il gammune – spiegano gli organizzatori – è un prodotto simile al culatello, stessa parte della coscia posteriore del maiale, stessa necessità come tecnica di conservazione in posti non abbastanza alti e freddi da consentire la conservazione dell’intiera coscia (prosciutto). La tradizione della preparazione di questo salume proveniente dalle colline del belmontese risale sicuramente al 1800.  Il nome, appunto gammune, probabilmente deriva dallo spagnolo Jamon”. “Questa sfida almeno per il nostro prodotto – aggiungono – rappresenta una sorta di rivincita storica visto che la tradizione del gammune è così antica e ci permetterà di far conoscere il nostro salume ad una più vasta platea e conseguentemente contribuire fattivamente alla valorizzazione del nostro territorio”.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Salta lo spettacolo di Ulderico Pesce in programma nel GAIA Festival

23 giugno 2010 Commenti chiusi

AMANTEALo spettacolo di Ulderico Pesce in programma tra gli eventi del Gaia International Festival, questa sera nel parco S. Anna, sugli argini del Fiume Oliva, non si terrà per causa impreviste.

GLI ORGANIZZATORI

SI SCUSANO

PER EVENTUALI DISAGI

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Il pensiero di Vandana Shiva con il suo libro “Semi del suicidio” ad Amantea

22 giugno 2010 Commenti chiusi

Vandana Shiva

Presentazione multimediale del libro di Vandana Shiva “Semi del suicidio”, curata dall’associazione internazionale di donne “Mediterranean Media”, nell’ambito del Gaia International Festival.

-
Amantea, 22 giugno 2010 – Questa sera ad Amantea, con inizio alle ore 19.30, nel chiostro del convento monumentale di S. Bernardino, sarà presentato il libro “Semi del Suicidio” di Vandana Shiva e Laura Corradi. L’evento rientra nel programma del GAIA INTERNATIONAL FESTIVAL, manifestazione con tematiche e riflessioni sull’ambiente, iniziata il 19 giugno e che durerà per una settimana fino al 27, avendo quale  sedi degli eventi i paesi rivieraschi del Tirreno cosentino compresi tra Amantea e Maratea. L’evento di questa sera è curato dall’Associazione Internazionale di Donne per la Comunicazione  ”MEDITERRANEAN MEDIA” promotrice del concorso letterario per giovani scrittrici “Le collane di Med”, giunto alla sua ottava edizione, che sarà presentato nel corso dell’incontro e che scade l’8 dicembre 2010.

La presentazione multimediale del libro dell’ambientalista indiana Vandana Shiva, sarà affidata a Irene De Franco, Nadia Gambilongo, Monica Lanfranco, con un Reading (letture animate di passi del libro) curato da Maria Grazia Bisurgi e Paola Scialis.

SEMI DEL SUICIDIO. I COSTI UMANI DELL’INGEGNERIA GENETICA IN AGRICOLTURA.

“Un testo molto interessante, una proposta nettamente diversa dagli altri titoli. Una testimonianza di ciò che è realmente accaduto. Il suicidio di massa dei contadini indiani raccontato dalla scrittrice indiana Vandana Shiva anticipa in qualche misura questa corsa al suicidio dell’umanità consegnata mani e piedi al modo di produzione capitalistico e interroga la cultura dell’occidente. Il suicidio è segno di insuccesso della società: indica il fallimento di un sistema basato sull’egoismo, un modo di produzione della ricchezza che antepone il profitto al benessere generale. Un testo di parte quindi, ma una testimonianza incredibilmente preziosa, per riflettere su un clamoroso insuccesso degli OGM, poco ahinoi conosciuto.”

Dalla quarta di copertina:

Questo libro parla dei costi ecologici ed umani del neoliberismo, del suicidio di decine di migliaia di contadini, ed è la sintesi di più sforzi di ricerca, studi indipendenti, inchieste sindacali, dati ufficiali e fonti giornalistiche, risultato di un impegno della Research Foundation on Science, Technology and Ecology (Rfste), diretta da Vandana Shiva.

La copertina del libro

Quattro attori sul palcoscenico: stato, banche, multinazionali e contadini avvolti in una spirale – letale per questi ultimi. Le multinazionali con le loro diramazioni a livello locale, si sono garantite una distribuzione capillare di sementi ibride transgeniche, e tirano le fila del prestito ad usura. L’agricoltura industrializzata diviene una economia della guerra delle multinazionali contro i contadini: l’esistenza di brevetti sulle sementi implica un controllo sociale che solo uno stato di polizia può assicurare, e dove i contadini diventano i criminali.
Proprio le sementi Ogm stabiliscono un limite – e un crinale di rischio – imposto dal capitale all’intera umanità, non soltanto agli agricoltori che si ritrovano a coltivarle. Con gli Ogm, infatti, la logica implacabile del profitto spezza la riproduzione stessa della vita per consegnarne le chiavi all’industria capitalistica. Ovvero ai suoi successi, ai suoi fallimenti, alle sue crisi finanziarie. Queste sementi non si riproducono con la coltivazione. Bisogna produrle in fabbrica. Un prodotto bioingegneristico sbagliato o un crunch creditizio potranno dunque interrompere in qualsiasi momento il ciclo riproduttivo ormai de-naturalizzato e consegnarci una carestia direttamente proporzionale all’espansione raggiunta dalle coltivazioni Ogm.
Il suicidio di massa dei contadini indiani anticipa perciò in qualche misura questa corsa al suicidio dell’umanità consegnata mani e piedi al modo di produzione capitalistico e interroga ultimativamente la cultura dell’Occidente. Il suicidio è segno di insuccesso della società: indica il fallimento di un sistema basato sull’egoismo, un modo di produzione della ricchezza che antepone il profitto di pochi al benessere generale.

Istruzioni per l’uso

Avvertiamo il compito che dovrebbe essere di ciascun editore: spiegare le ragioni della pubblicazione. Anche perché la pubblicazione di un libro ha un alto impatto ambientale: dagli alberi abbattuti per farne carta, alla produzione, fino all’ingloriosomàcero. E come si sa, i costi energetici possono essere molto più alti di quellieconomici.

Abbiamo pubblicato convintamente questo libro perché restituisce un quadro complesso, una tettonica storico-sociale, una stratificazione di conflitti tragici eincomponibili – se non in maniera cruenta. Nella fattispecie, l’impatto delle biotecnologie, i semi geneticamente modificati in una agricoltura certamente marginale e arretrata. In una società come quella dell’India, in cui convivono istituzioni democratiche e persistenze castali. Conflitti apparentemente locali, ma in realtà aspetti del più generale metabolismo capitalistico nella sua fase patentemente globalizzata.

Il suicidio dei contadini indiani, al di la degli aspetti particolari ed esotici, se si vuole, ricorda da vicino quelli dei dipendenti di France Telecom. È la medesima risposta delle identità vilipese, delle dignità calpestate. Le differenze culturali fanno il resto. Per esempio, la differenza delle modalità di suicidio: in Karnataka, anziché buttarsi dagli ultimi piani di un palazzo,

Concorso letterario per giovani scrittrici (scade 8 dic. 2010)

ingeriscono fertilizzanti, o si dànno fuoco. Al suicidio è dedicata l’introduzione di Laura Corradi. Certe penne, magari dalle colonne de Il Sole24 ore, sembrano voler liquidare questi fenomeni come effetti collaterali della modernizzazione, e quindi attribuirne la “responsabilità” a chi non riesce ad uscire dal medioevo.

Questo libro, pur partendo da fenomeni locali e particolari, ha il merito di portare in primo piano ciò che sta sullo sfondo, e cioè il meccanismo che lega finanza, credito, lo Stato nelle sue articolazioni locali e il capitalismo delle multinazionali, scoprendo che la responsabilità di queste morti è del sistema capitalistico allorché sussume passati modi di produzione, asservendoli. Si parla di contadini indiani suicidi, ma sullo sfondo, sempre meglio delineata c’è l’industrializzazione del subcontinente indiano, di quasi un miliardo di persone attraversate dal capitalismo nella sua fase terminale – sì, attraversate come da una ola.

Non è un libro d’intrattenimento. Vandana Shiva è un’intellettuale scientifico, fisica teorica di formazione. Cura la scelta dei sostantivi, più che degli aggettivi. Determina e misura grandezze. Le rappresenta con grafici e tabelle. Pur trattando un tema drammatico, resta a ciglio asciutto. Grazie a ciò, al lettore rimangonorelazioni, più che suggestioni.

Vandana Shiva (Dehra Dun, 1952) fisica di formazione, è conosciuta nel mondo come scienziata ambientalista. Nel 1993 vince con Ralf Nader il premio Nobel alternativo per la pace come presidente dell’International Forum On Globalization. Attiva contro contro il neoliberismo, ha scritto molti libri, tradotti anche in italiano, tra cui: Sopravvivere allo sviluppo 1990, Monoculture della mente 1995, Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi locali 1999, Vacche sacre e mucche pazze 2001, Le guerre dell’acqua 2004, India spezzata 2008. Dirige la Res and Ecology e il progetto per la biodiversità, Navdanya.

Laura Corradi (Milano, 1960) insegna ‘Sociologia della Salute e dell’Ambiente’ e ‘Studi di Genere’ all’Università della Calabria. Ha pubblicato diversi testi tra cui: Il tempo rovesciatoIl rischio dell’amoreLe città just-in-time, Nuove AmazzoniSociologia e GlobalizzazioneSalute e Ambiente.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

I segreti della Rosso

18 giugno 2010 Commenti chiusi

Si scava nell’Oliva alla ricerca dei veleni. E «dubbi non ce ne sono più, i rifiuti tossici ci sono» dichiara il procuratore di Paola, Bruno Giordano. «La prima reazione è di rabbia ad Amantea» scrive Andrea Palladino, autore dell’articolo che segue (pubblicato su “Il Manifesto” del 17 giugno scorso) ma non è così. Il sentimento che predomina ad Amantea e nel comprensorio è «Paura». No, non delle malattie, delle conseguenze che tali rifiuti possono avere sulla salute umana e sull’ambiente, ma paura che qui non venga più nessuno, paura di essere identificati come la “terra dei veleni”, paura di perdere qualcosa: turisti, economia, soldi. E i “cattivi”? Sono quelli che indagano alla ricerca di verità, o quelli che scrivono per dare informazioni, o quelli che lottano per la difesa del territorio e chiedono con “rabbia” la bonifica e non coloro che questi rifiuti qui ce li hanno seppelliti. Paura, Rabbia?…A settembre, all’inizio delle nostre nuove battaglie scrivevamo sulle nostre magliette: “Non vedo, non sento, non parlo…arriva il tempo in cui il silenzio è tradimento, è complicità!” ed ora che si hanno più certezze è ancora più vero, più attuale, più triste. Con il nostro silenzio siamo complici di quelle imprese criminali che questi rifiuti li hanno seppelliti – durante questi anni – e continuano ancora indisturbati, in nome dell’economia, dei soldi “sporchi” che sono riusciti a mettere da parte e ad investire in altri settori “puliti”, “legali”. In nome dei posti di lavoro che sono riusciti ad assicurare grazie a quei soldi “macchiati”. Macchiati dal sangue degli operai che quei rifiuti sono stati costretti a seppellire per portare a casa un tozzo di pane “avvelenato”, e di tutti i cittadini che intorno a quelle terre ferite vi abitano e sono morti e continuano a morire di malattie innominabili…ma questi sono argomenti per “ambientalisti allarmisti” che agiscono “senza amore” per la propria terra e la propria gente…come noi

Gli attivisti del Comitato civico Natale De Grazia

I segreti della “Rosso”

di Andrea Palladino

Fonte: “Il Manifesto”

AMANTEA – Ad Amantea si scava per trovare i veleni della nave arenata nel 1990. E dal terreno spuntano scorie delle industrie chimiche
Sembra infinito il fiume Oliva. È un velo, che ricopre le pietre, che porta gli odori acri della montagna di Calabria verso il Tirreno. A guardarlo dalla strada che da Amantea porta a Serra d’Aiello rincuora, ti aiuta lasciare alle spalle le centinaia di pilastri di cemento grigi della costa. E’ una vena che criminali arrivati di notte, in fila e con i fari spenti hanno avvelenato. «Sono sceso personalmente vicino alla briglia, ed è impressionante: le scorie sgorgano dappertutto», racconta il procuratore Bruno Giordano. Ostinato, solitario, orgoglioso di quella Calabria che vuole credere alla possibilità di leggere la verità. E la verità è dentro questo fiume, riemerge, lo invade, arriva a valle, sulla spiaggia di Formiciche, dove la motonave Rosso si arenò il 14 dicembre del 1990.
Da poco più di un mese le trivelle e le ruspe stanno scavando lungo il greto del fiume. Si parte dalla cava abbandonata con rifiuti radioattivi, si scende fino alla distesa di località «Foresta», per arrivare alla briglia costruita anni orsono sul fiume. Ed è intorno a questa piccola costruzione di cemento armato – realizzata per domare le acque – che oggi le terre sature di veleni stanno risputando fuori litri e litri di idrocarburi, di scorie, prodotti dalle industrie chimiche. «Non ci sono dubbi che provengano da fuori regione – continua il procuratore Giordano – ed è impressionante come la terra le stia oggi espellendo. Dovete vedere questo posto, è una natura meravigliosa, potrebbe essere un parco naturale».

Deserto rosso
«Non sta mai fermo il mare, mai, mai. Io non riesco a guardare a lungo il mare. Sennò tutto quello che succede a terra non mi interessa più». Monica Vitti da una piccola baracca guarda verso quel mare grigio, metallico, avvolto nelle nebbie. E’ una delle scene più intense di Deserto Rosso, il capolavoro di Antonioni. E quella frase pronunciata nel film può forse essere la chiave per capire il mistero dei veleni della Calabria. Gli occhi del mondo erano puntati sulla linea dell’orizzonte, cercando di scrutare carichi e veleni tra le onde. Perché la Rosso arrivò qui? Cosa trasportava? Perché fu smantellata?
Le indagini sui veleni del fiume Oliva partirono dal mare, da quello spiaggiamento che spaventò l’intera città. La motonave Rosso – raccontano gli atti – era conosciuta come la nave dei veleni, dopo essere stata utilizzata dalla Monteco per riportare in Italia i fusti tossici esportati in Libano dalla Jelly Wax, società di Milano. E se veramente si fosse trattata di una «nave dei veleni» – si chiesero gli abitanti di Amantea – quelle scorie da qualche parte devono essere finite. Un sospetto, una paura, che attanaglia questo pezzo di costa calabrese dal dicembre del 1990. Dopo anni d’inchieste, dopo la morte del capitano Natale De Grazia – l’ufficiale della marina che indagava sulle navi a perdere – dopo che l’intera vicenda delle navi a perdere è stata chiusa dal ministro Prestigiacomo con una conferenza stampa frettolosa e con la frase «il caso è chiuso», sulla costa della Calabria rimangono solo i veleni. Nessuna verità, almeno per ora, nessun nome, nessun indizio. Ufficialmente la Rosso trasportava tabacco, liofilizzati e nylon e, sempre ufficialmente, le altre navi dei veleni affondate nel Tirreno non esistono. Ma nessuno spiega quei morti di tumore e nessuno ha mai voluto dire cosa fosse sulla montagna che sale verso l’interno.
L’indagine sul fiume Oliva è nata insieme a quella sul relitto di Cetraro. Sono fascicoli quasi gemelli, con al centro una perizia sconvolgente: tra Amantea, Serra d’Aiello e Cetraro c’è qualcosa che uccide la popolazione. Una morte lenta, che arriva con tumori assenti in altre zone, dovuti a veleni che qui nessuno produce. Mentre il fascicolo sul fantasma del Cunski e su Cetraro è stato mandato alla Dda per competenza, dopo le rivelazioni di Francesco Fonti, le indagini sui veleni trovati sul fiume sono rimaste nell’area di competenza della Procura di Paola. In questo caso la ‘ndrangheta non c’entra – almeno fino a questo momento – e i reati ipotizzati riguardano l’eventuale disastro ambientale.

Il caso non è chiuso
«Dubbi non ce ne sono più, i rifiuti tossici ci sono». Bruno Giordano due giorni fa rompeva ogni indugio, metteva da parte la prudenza avuta fino ad oggi. Quello che le ruspe stanno restituendo è sconvolgente, inimmaginabile. E’ ancora presto per capire quali sostanze sono state abbandonate sul greto del fiume, i risultati delle analisi arriveranno solo in estate inoltrata. Ma c’è oggi la certezza – la prova processuale – che l’intera zona del fiume Oliva è contaminata con sostanze venute da altre zone d’Italia o, chissà, d’Europa.
La prima reazione è di rabbia ad Amantea. Perché nessuno ha scavato prima? Perché si sono attesi anni e decine, forse centinaia, di morti? Se si parla di indifferenza, però, i verbi vanno coniugati al presente. «Nessun sindaco, dopo la notizia del ritrovamento dei veleni – spiega il procuratore di Paola – si è presentato per chiedere notizia». Eppure a qualcuno dovrebbe interessare. Non si è presentato neanche il neo assessore regionale all’Ambiente della Calabria, Francesco Pugliano, che da pochi mesi ha preso il posto di Silvio Greco. E non è cosa da poco, poiché ora buona parte del fiume dovrà essere bonificato, per bloccare le scorie che stanno uccidendo la popolazione di Amantea. Un’operazione straordinaria, complessa, visto che impianti in grado di smaltire questi veleni in Italia non ce ne sono.
La domanda vera che da vent’anni non trova una risposta è oggi ancora più urgente: da dove vengono quelle scorie? Guardando su una carta geografica l’estensione della contaminazione – che attinge almeno quattro siti – si può cercare di immaginare la logistica criminale che ha permesso questo sversamento sistematico. Centinaia di camion, che prima di arrivare sul greto del fiume hanno dovuto percorrere centinaia di chilometri, in una zona dove quasi nulla passa inosservato. Decine e decine di uomini, pronti a rischiare di ammalarsi per svuotare le cisterne in quel sarcofago di cemento armato costruito sotto il fiume, o nelle terre che circondano le rive, e che oggi risputano fuori i veleni accumulati. E poi bolle di carico fasulle, mediatori, imprese pronte a prestarsi come copertura. Una filiera gigantesca, che sappiamo terminava ad Amantea.
Le zone dei veleni sul fiume Oliva distano poco meno di tre chilometri dalla costa. Non c’è dubbio che l’operazione più facile sia quella di far arrivare i veleni dal mare, riducendo i rischi e abbassando i costi. Ma nessuno, in questo pezzo di Calabria, parla, nessuno vuole raccontare quello che ha visto, i viaggi dei camion, le luci che di notte aiutavano qualcuno a scaricare tonnellate e tonnellate di scorie. «Ci sono persone che hanno un piede nella fossa, che sanno, che potrebbero raccontare – spiegava il procuratore di Paola lo scorso anno, mentre la Copernaut Franca cercava il relitto della Cunski – ma quando arrivano in procura tacciono». L’omertà pesa più di qualunque cosa, più della rabbia che puoi avere vedendo intere famiglie sterminate dai tumori. Il problema diventa ancora più serio quando all’omertà si associa il silenzio dello stato.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

GAIA INTERNATIONAL FESTIVAL. Il 19 inizia la kermesse culturale sull’ambiente

17 giugno 2010 Commenti chiusi

Gaia International Festival, al via la kermesse culturale sui temi della difesa dell’ambiente

Oltre 70 eventi programmati da Maratea ad Amantea dalle associazioni che hanno aderito al progetto. Si inizia sabato 19 giugno.

AMANTEA, 16 giugno 2010 – Prenderà il via sabato prossimo la prima edizione del “Gaia International Festival”. Il festival dalla durata di una settimana, che si svolgerà dal 19 al 26 giugno, coinvolgendo l’intera zona che abbraccia due regioni come la Calabria e la Basilicata. La maratona culturale, infatti, toccherà con una serie di eventi diciannove comuni compresi tra Maratea, in provincia di Potenza ad Amantea, cittadina del tirreno cosentino. Il programma, messo in piedi da una serie di associazioni, movimenti e comitati civici,  prevede complessivamente oltre 70 eventi. In particolare si tratta, secondo gli organizzatori, di un programma itinerante: di giorno in giorno si svolgeranno escursioni, forum, dibattiti, attività ludiche, cine-forum, spettacoli teatrali, concerti musicali e mostre artistiche con quadri ed installazioni video. Si parte sabato 19 giugno con una serie di eventi in contemporanea in diverse località tra cui Maratea, Aieta, Diamante, Acquappesa, San Lucido ed Amantea le quali accoglieranno tra mare e montagna l’esperienza di riscoprirsi al centro del Mediterraneo, con l’intento – dichiarato dagli organizzatori – di dimostrare che un nuovo corso è possibile. “Il Gaia International Festival, per il futuro del Mare e della Terra – spiegano – è un incontro internazionale tra cittadini che si uniscono per affrontare i problemi che stanno colpendo il nostro Mare e la nostra Terra. Obiettivo precipuo è quello di sensibilizzare le persone verso uno sviluppo incentrato sulla sostenibilità del sistema, rispettando l’armonia che solo l’equilibrio tra natura ed essere umano può realizzare”.

PROGRAMMA EVENTI

MARATEA
19, La Danza per Gaia, Danza Creativa degli Elementi, Workshop di B. P. L. Troiano, Lido La Secca, dalle ore 16:00 alle ore 19:00. A pagamento.
26, Madre Terra, Presentazione multimediale del libro “La storia di Pasquinella” di Brigida Berlingeri e dell’VIII Concorso Letterario Le Collane di Med a cura di Nadia Gambilongo. Letture e performance di M.G. Bisurgi e Paola Scialis. Mostra itinerante di Luigi Fabbricatore “La Madre o-scura”, Agriturismo Mara Ranch, località Castrocucco, dalle ore 18:30. Per info: http://www.medmedia.org/ 0984 462054, 3389419267.
26, Fusi’On,
-
SCALEA
23, Sani e Salvi, Seminario e Dibattito sulla Medicina Sostenibile, condotto dal dr. Sergio Maradei, c/o Ass. Mondi Vicini Onlus, via F.sco Spinelli/10, dalle ore 18:00. Per info: www.kamadir.it ; 3409283840 .
-
VERBICARO
23, Escursione al Geo sito, località Fratta, con il pranzo dopo, ritrovo Aula di Educazione Ambientale, ore 8:30. Per info: www.cai-verbicaro.org/
23, Smaltimento di rifiuti, Dibattito con Tommaso Sodano, Biblioteca Comunale, ore 11:00
23, Giornata dell’accoglienza; gli esempi di Riace e Caulonia, Dibattito con la partecipazione del sindaco di Riace, del sindaco di Caulonia, e dei rifugiati Palestinesi di Riace, Centro Storico, dalle ore 18:00.
23, Barbara Eramo e Khalid, Musica, Centro Storico, ore 21:30.
-
CIRELLA
18 Giugno, Un messaggio da Pino per l’umanità, Proiezione Video in memoria di Pino Aversa prima della sua scomparsa, Sala della Delegazione Comunale, dalle ore 19:00.
-
DIAMANTE
19-27, La casa s-cultura, Laboratorio per la realizzazione di una casa in paglia e terra, Arcipelago Sagarote.
21, Solstizio d’estate, Seminario di Hatha Yoga sul significato ed esecuzione del saluto al sole (Surya Namaskara) condotto da Diana Gnata, c/o Ass. Kamadir, Contrada Fornace, dalle ore 8:00 alle ore 13:30. Per info: www.kamadir.it ; 3409283840 .
21, Madre Terra, Presentazione del libro Letteralmente femminista di Monica Lanfranco, c/o Ass. Kamadir, Contrada Fornace, dalle ore 18:00. Interventi di Nadia Gambilongo e Diana Gnata. Mostra itinerante di L. Fabbricatore “La Madre o-scura”, esposizioni legate al tema. Per info: http://www.medmedia.org/ 0984462054, 3389419267.
22, Dalla luce il bambino, Seminario per una nascita consapevole a cura di Teresa De Pascale, c/o Associazione Kamadir, Contrada Fornace, dalle ore 18:00. Per info: www.kamadir.it ; 3409283840.
23, Falò, musica e rituali per la notte di San Giovanni, presso l’Arcipelago Sagarote, in C.da Sagarote dopo il tramonto con gli amici della Ragnatela. Per info: Arcipelago Sagarote, 3479208309.
24, Passeggiata da Diamante all’Arcipelago Sagarote con mamma asina Lucignola e la piccola Primavera, ritrovo sul lungomare nuovo, ore 9:00. Giornata all’Arcipelago Sagarote, incontro con le altre associazioni di volontariato dell’Alto Tirreno. Presentazione delle finalità e esperienze dell’Arcipelago Sagarote dove è previsto un pranzo, a pagamento, a base di prodotti dei loro orti e forno. Pomeriggio laboratori ludici e musica. Per info: Arcipelago Sagarote, 3479208309 .
24, Artiterapie, Workshop per adulti e bambini condotto da Alessandro Sessa, per l’Ass. TerraAmara. Arcipelago Sagarote, dura 2 ore. A pagamento. Per info: Arcipelago Sagarote, 3479208309.
24, Ragnatela, Fiera mercato dell’autoproduzione, l’Arcipelago Sagarote, dalle ore 18:00 alle ore 24:00. Per info: www.ragnatela.noblogs.org
24, La luna sotto l’albero del carrubo, Bio-folk, l’Arcipelago Sagarote, dalle ore 21:30.
26 e 27, La Spirale dell’Energia, Seminario sul risveglio dell’energia fisica, mentale e spirituale, a cura di D. Gnata, M. Mezzacapo, M. Gnata, c/o Associazione Kamadir, Contrada Fornace, dalle 15:30 alle 19:30 del giorno 26, ore 9:00-13:00 e ore 15:30-19:30 del giorno 27. A pagamento. Per info: www.kamadir.it ; 3409283840.
-
BUONVICINO
23, Energia rinnovabile, Dibattito con R. Condino, S. Abate, M. Furci, M. Sangalli, a seguire proiezione video “Scomoda Verità”, Sala Casa San Ciriaco, dalle ore 17:00
23, Saloon Trio, Musica, P.za San Ciriaco, ore 21:30.
-
ACQUAPPESA
19, Accoglienza, Estemporanea e/o Mostra, Acquappesa Marina e Lungomare, dalle 17:00.
21, Escursione Catena Costiera, ritrovo P.za Convento, Fuscaldo Paese, ore 8:00.
22, Che cos’è la Bat-Box?, Laboratorio, Piazza Teatro ad Intavolata, dalle ore 18:00.
26, Strategie ecologiche. La depurazione naturale delle acque domestiche e non solo, Forum con l’arch. Amalia Bevilacqua referente Iridra, dalle 18:00; Compostaggio domestico, Forum con il ricercatore Fabio Musmeci (ENEA Casaccia), Piazza Teatro ad Intavolata, dalle 19:00. Per info: www.transumanza.org ; 3406069838; 3405944086 .
-
GUARDIA PIEMONTESE
20, Accoglienza, Mostra ed Esposizione Artigianato locale, Centro Storico, dalle ore 17:30. Il Museo della Civiltà Contadina sarà aperto tutto il giorno.
20, A Calabria è morta, Teatro, di Ernesto Orrico, P.za Pietro Valdo, Centro Storico, ore 21:00.
Per info: www.transumanza.org ; 3406069838; 3405944086 .
-
PAOLA
21, Autosostentamento attraverso le fonti di energia rinnovabili, Dibattito con l’Assessore R. Condino, S. Abate, M. Furci, M. Sangalli, Complesso S. Agostino, dalle ore 18:00.
21, Kalamu in concerto, Musica, P.za IV Novembre, ore 22:00.
22, Avvelenati, Presentazione libro di G. Baldessarro e M. Iatì, con il giudice G. Tona e il procuratore S. Vitello, Complesso S. Agostino, ore 17:00.
-
SAN LUCIDO
19, Accoglienza, Dibattito con B. Cosmi e D. Bocelli; Musica popolare con Bashkim, Piazzetta panoramica e Piazza Fiume, dalle 19:00.
20, Escursione a Contrada Cerasuolo, Ritrovo a Piazza Fiume alle ore 8:00.
20, Maxischermo: Italia vs Nuova Zelanda, Piazza Monumento, dalle 16:00.
20, Volleylandia, Via Vittorio Emanuele, dalle 17:30.
20, Il Mediterraneo come luogo di una educazione alla cooperazione. Scontri e incontri tra comunità, Dibattito e Presentazione del libro di Maria L. Bevivino, Villa Comunale, dalle ore 18:00.
20, Ramon Mon Amour di S. Cinelli e Theatre de Chambre, Teatro, Piazza Fontana di Masaverio, dalle 19:30.
20, 3 Quartet, Musica Jazz, Rotonda panoramica, dalle 22:00.
21, Arte-terapia, Laboratorio a cura di Alessandro Sessa per l’Ass. TerraAmara, P.za Pietà, dalle ore 17:00.
-
LONGOBARDI
20, Mercato ecosostenibile, Centro Storico, dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
20, Salimora, Musica, Centro Storico, ore 19:30.
25, Lazzi buffoneschi, Teatro con M. Rovito e G. Grandinetti dell’Ass. Frati, Centro Storico, ore 21:30. A pagamento.
26, Agricoltura naturale-metodo Fukuoka, Seminario a cura di Vittorio Pignataro dell’Ass. Popolo Creativo, Teatro comunale, dalle ore 19:00.
26, Scenari visibili di e con Dario Natale in Motion, Teatro, Teatro comunale, ore 21:30.
-
BELMONTE
21, Laboratorio Creativo Bambini, I Cappuccini RistorEventi, dalle ore 10:00 alle ore 13:00.
25, Filosofia di Gusto:Valori e riferimenti per una cittadinanza attiva, Dibattito con A. Lorelli e M. Alcaro, Anfiteatro, Belmonte Marina, dalle ore 19:00.
25, Filosofia del gusto, disvelamento papillo-sensoriale in assaggio comparativo tra tranci di Culatello di Zibello e Gammune di Belmonte, Anfiteatro, Belmonte Marina, dalle ore 19:00.
Per info: Comitato De Grazia e Gruppo Attivo Belmonte.
-
AMANTEA
19, Accoglienza, Stracittadina Avis – Video – El Rey Tuqueque in Concerto, Piazza Cappuccini, dalle ore 18:00.
20, L’ultima spiaggia, saggio di geografia disumana, Documentario di Massimo de Pascale (montaggio e riprese di Nicola Carvello), Piazza Calavecchia, ore 20:30.
21, Folk e Storie, con i Suonatori Libertari Calabresi, S. Mongiardo, D. Trifilio, D. Salemme, Piazzetta Collegio, ore 19:00.
21, Baba Sissoko, Musica, Palazzo delle Clarisse, ore 22:30.
22, Madre Terra, Presentazione multimediale del libro “Semi del Suicidio”, di Vandana Shiva e M. Laura Corradi. Interventi di Irene De Franco (Ass. Verde Binario), Nadia Gambilongo (MEDiterranean MEDIA) e Monica Lanfranco (Marea). Letture e performance di M.G. Bisurgi e P. Scialis. Mostra itinerante di Luigi Fabbricatore “La Madre o-scura”, Chiostro S. Bernardino, dalle ore 19:00. Per info: http://www.medmedia.org/ 0984 462054, 3389419267.
23, Storie di Scorie di Ulderico Pesce, Teatro, Fiume Oliva, ore 21:00.
24, La Valorizzazione dell’Esistente, Incontro-Dibattito, Piazza Calavecchia, dalle ore 19:00.
27, Terra Venduta: Così uccidono la Calabria – viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni, Presentazione libro di Claudio Cordova, Piazza Calavecchia, ore 20:00.
-
AIELLO CALABRO
26, L’ultima spiaggia, saggio di geografia disumana, Documentario di Massimo de Pascale (montaggio e riprese di Nicola Carvello), Piazza Plebiscito, ore 21:30. Per info: Comitato Civico “Valle Oliva Terre a perdere”; Comitato “Civico Natale de Grazia”, CGIL Camera del lavoro Amantea.


Categorie:Attività del Comitato Tag: