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Archivio per luglio 2011

Fiume Oliva: Radioattività da record

29 luglio 2011 Commenti chiusi
Nei terreni contaminazione da cesio 137 circa 10 volte superiore alla media regionale.
L’Ispra: “colpa di Chernobyl”.
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Fonte:  ”CORRIERE DELLA CALABRIA” 23 giugno 2011

di Roberto De Santo

Valle Oliva - Un puzzle complesso. Maledettamente difficile da ricomporre, i cui pezzi, a prima vista idonei ad incastrarsi perfettamente l’uno con l’altro, non riescono però a restituire appieno il quadro complessivo. Le indagini portateavanti dalla Procura di Paola sul presunto inquinamento della vallata dell’Oliva hanno questa caratteristica: ogni nuovo singolo tassello trovato non si incastra mai con i precedenti. Nonostante la sagoma coincida con quella ricercata. Nonostante sembri restituire il profilo dell’immagine finale.  Il dato che emerge dalla relazione del 6 giugno scorso, stilata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), conferma questo fil rouge: valori di contaminazione di cesio 137 circa dieci volte superiori alla media regionale ma «riconducibili - secondo gli esperti dell’Ispra - a fenomeni naturali di accumulo di radionuclidi». In particolare nel documento trasmesso al procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, titolare dell’inchiesta  sull’Oliva, i tecnici dell’Istituto hanno riscontrato un valore anomalo di cesio 137 in località Petrone di Aiello Calabro: 132 Bq/kg (Bequerel per chilogrammo di terreno). Un dato elevatissimo. Mai riscontrato prima in nessuna altra parte della regione. La letteratura scientifica in materia, infatti, parla di un valore medio in Calabria di presenza di questo radionuclide artificiale, altamente cancerogeno, che si ferma attorno a 15-16 Bq/Kg. Inoltre, dalle risultanze di alcuni tecnici, incaricati dallo stesso procuratore di effettuare studi comparati sui terreni del Tirreno cosentino, addirittura questo valore risulta ancora più basso: il picco più alto registrato in quest’area è pari a 8,9 Bq/kg. Ebbene, nonostante tutto questo, gli esperti dell’Ispra concludono la loro ultima relazione in questo modo: «Sulla base delle misure effettuate, si ritiene che la presenza di cesio 137 sia riconducibile a fenomeni naturali di accumulo del radionuclide derivante dalle ricadute delle esplosioni nucleari degli anni ‘60 e dall’incidente di Chernobyl». Identica conclusione a cui erano giunti gli stessi tecnici dell’Ispra già a febbraio scorso quando, dopo una lunga fase di analisi dei campioni prelevati nell’Oliva, durata oltre otto mesi, avevano sentenziato: effetti di Chernobyl. In quell’occasione, i valori riscontrati dagli esperti dell’Istituto erano già alti. Nello stesso sito, già esaminato, di località Petrone l’Ispra aveva fissato questo valore a 93 Bq/kg. Mentre in altri campioni prelevati nel 2010 in tre siti distinti in località Foresta di Serra d’Aiello, il cesio 137 rinvenuto era pari rispettivamente a 29,6 Bq/kg, 14,4 Bq/kg e, infine, a 15,2 Bq/kg. Valori alti ma riconducibili, per i tecnici dell’Ispra, all’incidente  alla centrale Chernobyl del 1986 e ad altri fenomeni di contaminazione “naturale”. Eppure, dalle rilevazioni sulle ricadute naturali derivanti da incidenti nucleari nel mondo, riportate dal Notiziario dell’Enea (maggio-giugno 2006) e dall’Hearth Physics Abstract, il riferimento al cesio 137 per il Sud Italia ha come valore statistico 6 Bq/kg. Contraddizioni che non si fermano qui.

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Da una relazione effettuata dall’Arpa Piemonte che ha monitorato dal 1997 al 2002 l’area della Provincia di Vercelli (tra le zone italiane più colpite dalle ricadute radioattive dell’incidente di Chernobyl) emerge che la presenza di cesio 137 è più bassa che in alcuni siti monitorati nella vallata dell’Oliva. Da quello studio si legge, infatti, che la quantità di cesio è passata da 151 Bq/kg del 1997 a 54 Bq/kg del 2002. Cioè, in quest’ultimo caso, meno della metà del valore rinvenuto a febbraio scorso in località Petrone e praticamente pari a quello ritrovato in altri due siti (200 metri dallo stesso sito di Petrone e in località Foresta). Riferimenti temporali importanti se si tiene conto che la contaminazione da cesio 137 decade con il trascorrere degli anni e, addirittura, in 30 anni si dimezza. Dall’incidente di Chernobyl, ultimo episodio di ricaduta significativa di cesio 137 registrabile nelle analisi dell’Ispra dello scorso febbraio, sono trascorsi già 25 anni. Elementi che cozzano con le conclusioni a cui è giunto l’Ispra a proposito della quantità elevata di questo radionuclide nella valle dell’Oliva Sostanza, che ricordiamo, si forma solo dopo l’esplosione di un ordigno atomico o nel processo di generazione elettrica da fonte nucleare. La tesi è riscontrabile anche nelle relazioni effettuate, nel corso dell’indagine giudiziaria, dai consulenti tecnici nominati dalla Procura di Paola che escludevano, già nel passato, chiaramente questa ipotesi. Soprattutto alla luce della presenza di cesio 137 rinvenuta anche in profondità. Nel 2004 l’Arpacal riscontrò, infatti, questo radionuclide anche nel sottosuolo dell’Oliva. Ad esempio, in località Foresta, alla profondità di cinque metri i tecnici dell’Agenzia regionale trovarono questo isotopo radioattivo con un valore pari a 3,59 Bq/kg. Si parlò anche allora di Chernobyl ed anche allora i tecnici di parte confutarono questa ipotesi. «Il cesio 137 – scrisse uno dei consulenti della Procura – è un radionuclide artificiale che, normalmente, si mantiene in superficie e non scende, in terreni argillosi e misti anche in tempi lunghi, in profondità superiori a 40-50 cm». E, sempre durante un’indagine effettuata da un tecnico di fiducia della Procura su campioni prelevati nel 2007 ad una profondità di 4 metri in località Foresta, alla sinistra idraulica del torrente Oliva, fu riscontrata la presenza di cesio 137 con valori pari a 3Bq/kg. «È da ritenere non escludibile e forse possibile l’ipotesi che il cesio 137 – si leggeva nella relazione conclusiva presentata in Procura nel 2008 – possa essere una propaggine o dispersione proveniente da una zona interrata più ricca di detto isotopo artificiale radioattivo». Ancora, in un’altra relazione consegnata sempre nel 2008 nella mani del procuratore su nuovi rinvenimenti di cesio 137 nel sottosuolo dell’Oliva, si leggeva: «La presenza di cesio 137 in profondità può essere giustificata, molto verosimilmente, solo dal fatto che il materiale che lo contiene possa avere origine o provenienza diverse da quella un cui è stato trovato, ossia da scarico illecito». Rinvenimenti importanti che contrastano con le ultime analisi effettuate dall’Ispra. Nel rapporto arrivato in Procura a febbraio scorso a firma dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, infatti, la presenza di cesio viene riscontrata con valori significativi soltanto in superficie. Ma non nel sottosuolo come invece era stato segnalato dai tecnici della Procura. Ancora combinazioni. Maledette combinazioni che, secondo l’Ispra, portano a far concentrare in maniera massiccia il cesio 137 proveniente probabilmente da Chernobyl proprio nella vallata dell’Oliva. La stessa area di cui si sospetta da anni che sia stata utilizzata come sito di smaltimento illecito di materiale radioattivo e tossico. Ed a pochi chilometri di distanza, il 14 dicembre del 1990 la motonave Rosso, tristemente nota con la precedente denominazione di Jolly Rosso per il traffico di sostanze tossico-nocive provenienti dal Libano, si spiaggiò in circostanze non ancora del tutto chiarite. Combinazioni.

Tante combinazioni che non permettono di ricomporre, ancora una volta nella sua interezza, quel puzzle così pazientemente ricostruito finora dal procuratore Giordano. «Stiamo valutando tutti gli elementi emersi dalle indagini - afferma caparbiamente il procuratore capo di Paola – e appena arriveranno le conclusioni finali dell’Ispra cercheremo di sciogliere tutti i nodi e ci determineremo sul da farsi». Al vaglio della Procura, non bisogna dimenticare, c’è anche la gravissima contaminazione da metalli pesanti riscontrata nelle acque e nei terreni della vallata dell’Oliva. Le analisi effettuate dai tecnici dell’Arpa Calabria e validata dall’Ispra confermano la tesi. I dati emersi dalle indagini effettuate nel 2010 su 100 carotaggi di terreni lungo l’Oliva e dall’esame dei valori di 35 piezometri piazzati nelle acque del torrente sono sconcertanti: non meno di centomila metri cubi di fanghi industriali la cui provenienza, vista la caratteristica e la mole, secondo la Procura, non può essere locale. Si tratta per lo più di arsenico (riscontrato con valori fino a 10 volte superiori alla norma), cromo, nickel, antimonio, zinco e cobalto.  Ma anche idrocarburi, cadmio, cromo esavalente e rame. Tutte sostanze riscontrate in quantità almeno tre volte superiore ai limiti di legge nei sottosuoli dell’intera zona. Un inquinamento che non ha risparmiato le falde acquifere dell’Oliva. Una contaminazione così alta da costringere la stessa Procura a far sigillare, negli anni, almeno una dozzina di pozzi di raccolta dell’acqua provenienti dall’alveo del fiume ed utilizzati per anni in agricoltura e nell’allevamento, anche industriale, di animali della zona. Dunque, una sorta di pattumiera a cielo aperto, la vallata dell’Oliva, utilizzata per smaltire rifiuti di ogni genere che, al di là delle responsabilità penali tutte ancora da accertare, pone ora prepotentemente il problema della bonifica. «La Procura – conclude Giordano – ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per accertare i fatti accaduti nell’Oliva. Forse anche oltre le sue competenze. Sarà, comunque, necessario intercettare tutte le risorse utili a bonificare l’intera area».

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“Rosso” il romanzo di Mario Aloe sarà presentato ad Amantea

13 luglio 2011 Commenti chiusi

Amantea, 12/07/2011 - Il romanzo “Rosso”, opera prima di Mario Aloe, sarà presentato venerdi 15 luglio in piazza Calavecchia ad Amantea alle ore 20,00. L’evento, sarà salutato dal Primo cittadino di Amantea, Franco Tonnara e sarà introdotto da Gianfranco Posa (Comitato De Grazia). Durante la cerimonia di presentazione saranno letti alcuni brani del libro a cura di Franca Dora Mannarino (Piccolo Teatro). Modera il giornalista Salvatore Muoio. L’opera è ispirata dal traffico di rifiuti e dalle  ”navi dei veleni” vicende che hanno caratterizzato, suo malgrado, la storia recente della città di Amantea dove Aloe è nato e risiede.

Il libro narra la storia di Totò  Zafarone, un giornalista che, senza volerlo,  si trova coinvolto in un intrigo internazionale che ne sconvolge la vita. Il romanzo inizia con l’assassinio di un fedele servitore dello Stato assassinato ad un passo dalla meta mentre è alla caccia delle navi dei veleni: un intrigo internazionale e il perenne conflitto tra bene e male, amore e crudeltà, dedizione e cupidigia. Il filo del racconto è nel titolo, Rosso, come le bandiere della protesta nel corso di questi ultimi due secoli, rosso come i vessilli dell’Islam e dei pirati moderni del Corno d’Africa e rosso come la speranza che non vuole arrendersi ed è sempre presente e ci fa emozionare da Spartaco a SanFrancesco d’Assisi, da Che Guevara al Giudice Falcone e fa vibrare, ancora oggi, le corde del nostro cuore. Le ombre che agitano il romanzo le incontriamo nelle cronache dei quotidiani e nella storia della nostra Repubblica insieme alla spregiudicatezza del male e alla “lucentezza diabolica” dei suoi artefici: sono gli stessi di Ilaria Alpi e Miran Hovratin, sono quelli di Piazza Fontana e delle stragi sui treni. L’eroe del libro è una persona comune, costretta dagli eventi e dalla propria disillusione a scendere in guerra. Totò Zafarone non ha lo splendore di Achille, non aspira alla gloria e non vuole essere ricordato dai posteri, ma ha voglia di vivere la sua esistenza, godere dell’amicizia di altri esseri umani, amare ed essere amato. L’etica della professione e l’amore per una donna lo trascinano in guerra, in uno scontro mortale con una potente organizzazione che depreda i mari e i territori del Meridione e della Somalia.

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Il comitato per l’acqua pubblica del basso tirreno cosentino si ritrova dopo un mese dai referendum a Belmonte tra dibattiti, festa e musica

12 luglio 2011 Commenti chiusi

Festa dell’Acqua con cortei, dibattiti, musica, cibo e spettacoli

Belmonte Calabro, 11/07/2011 - Il movimento referendario del basso tirreno cosentino organizza a un mese esatto dalla vittoria una festa per sottolineare l’eccezionalità dell’avvenimento che ha visto un’enorme  partecipazione popolare, con un coinvolgimento  diretto ed attivo anche dei cittadini del comprensorio amanteano che in maggioranza hanno risposto Si agli appelli dei comitati referendari. Insieme al Comitato Natale De Grazia, aderiscono alla manifestazione che si terrà a Belmonte Marina il 13 luglio dalle ore 19.00, il Gruppo Attivo Belmonte, la Pro- Loco e l’Amministrazione Comunale di Belmonte, i  musicisti belmontesi che si esibiranno gratuitamente nel corso della manifestazione. La stessa prevede due cortei: uno di terra ed uno di mare che procederanno contemporaneamente, con partenza dal lungomare nord dopo un breve raduno , ora prevista  19.00, e arrivo sul lungomare sud, dove sono previsti gli interventi del comitato organizzatore Degli ospiti invitati, in particolare deL prof. Alfonso Lorelli in rappresentanza del comitato e i sindaci di Amantea, Franco Tonnara e di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, nonchè del Sindaco di Belmonte, Francesco Bruno. Tutti incentrati sulla possibilità di creare sinergie, magari consortili, per dare risposte utili e meno dispendiose per i cittadini, nella gestione dei servizi primari (acqua, rifiuti ecc)

Seguirà,l’intrattenimento  musicale  e l’assaggio di un menù di terra: una lunga focaccia tricolore e uno di mare, tranci di tonno rosso arrosto.  Fra le particolarità della serata che si annuncia allegra ma con spunti di utile riflessione sui beni comuni ed ambientali, l’esibizione di giovanissime ragazze belmontesi impegnate in coreografie su musiche riguardanti l’acqua pubblica, la presenza di un caratteristico carretto trainato da un’asina con asinello al seguito, sul quale prenderanno posto i musicisti belmontesi per profondere musica etnico-tradizionale, mentre il corteo di mare verrà aperto da una barca imbandierata. I due cortei , che effettueranno brevi fermate intermedie, saranno guidati da noti animatori locali che provvederanno a creare il giusto clima di festa con qualche imput riflessivo sulle tematiche referendarie e…. con probabili ulteriori piacevole sorprese.

Per info: comitatodegrazia.orgmarlias@libero.it.


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