Naufragio radioattivo

Naufragio radioattivo

I sommozzatori scoprono contenitori e un rimorchio di camion dove si arenÚ la Rosso. Intanto la risposta del governo in Parlamento conferma i molti sospetti dei magistrati. E le denunce de .L.espresso.
9 settembre 2004
di Riccardo Bocca

Sono le 10 del mattino di mercoledÏ 25 agosto quando il gommone della Blue Tek Impresa Mare, ditta specializzata in ricerche subacquee, getta l.ancora 30 metri al largo della spiaggia di Formiciche, comune di Amantea, in provincia di Cosenza. Pochi minuti dopo due sommozzatori s.immergono per esplorare un fondale sabbioso che oscilla tra i cinque e i sette metri. Quando riaffiorano, ancora con la maschera sul volto, dicono: .” incredibile… Qui sotto c.Ë di tutto… C.Ë veramente di tutto….. Uno stupore misto a prudenza. Il giorno prima, spiegano i sub, hanno discusso se accettare o meno l.incarico della perlustrazione. Avevano letto l.articolo .Una nave rosso veleno. (.L.espresso. numero 23) nel quale il giugno scorso si raccontava la vicenda della motonave Rosso, arenatasi proprio qui, sulla spiaggia di Formiciche, il 14 dicembre 1990 dopo un principio di affondamento. Il sospetto dei magistrati, si spiegava, Ë che l.imbarcazione della compagnia Ignazio Messina trasportasse rifiuti tossici e radioattivi, i quali avrebbero dovuto essere smaltiti con l.affondamento doloso della nave stessa, e che invece sarebbero stati nascosti in qualche modo dopo l.imprevisto spiaggiamento. Per anni la Procura di Reggio Calabria ha svolto tra pressioni e minacce scrupolose indagini, archiviate il 14 novembre 2000 dal giudice delle indagini preliminari. FinchÈ le decine di migliaia di pagine dell.inchiesta sono passate alla Procura di Paola, dove il procuratore capo Luciano d.Emmanuele ha aperto un nuovo fascicolo affidandolo al sostituto Francesco Greco. CosÏ, nel giro di pochi mesi, sono state raccolte testimonianze sui luoghi dell.entroterra dove sarebbe avvenuto parte dell.illecito smaltimento delle sostanze tossiche. E soprattutto Ë stata resuscitata una gigantesca storia di cui la motonave Rosso Ë soltanto un piccolo, anche se gravissimo, capitolo. Si tratta del sistema clandestino concordato da alcuni governi, europei e non, per smaltire milioni di tonnellate di rifiuti tossici. Un affare segreto e multimilionario attorno al quale si sono mossi (e forse ancora si stanno muovendo) faccendieri e malavitosi, ministri e trafficanti d.armi. Tutti d.accordo per liberarsi in mare dei rifiuti ad alto rischio. Con due metodi: affondandoli con le navi sulle quali viaggiavano (ipotesi Rosso), oppure stipandoli in missili da sparare sotto i fondali marini. Questo scrivevano a chiare lettere Carabinieri e Guardia di Finanza nelle loro informative. Ed Ë quello che .L.espresso. ha riferito, augurandosi che la Procura di Paola potesse avere il massimo sostegno nel tentativo di dimostrare il reato di affondamento doloso e occultamento dei rifiuti tossici. Ora, nell.inerzia delle istituzioni calabresi e nel conseguente stallo dei magistrati, si apre un altro capitolo. A spalancarlo sono proprio le parole dei due subacquei dopo l.ispezione ai fondali di Formiciche. Quel .c.Ë di tutto. che contraddice la Capitaneria di porto di Vibo Valentia, secondo cui a Formiciche non doveva esserci nulla. .L.anno 1992, addÏ 17 del mese di gennaio., si legge in un verbale firmato dal sottotenente di vascello Massimo Barbagiovanni Minciullo, .mi sono recato a Formiciche, dove si Ë arenata la motonave Rosso. Sul posto ho constatato che il relitto della motonave Ë stato completamente rimosso dalla spiaggia da parte della ditta Cannavale responsabile dei lavori di demolizione. Nella zona del cantiere sono rimaste solo alcune strutture (una gru, cavi, contenitore, bombole) della ditta suindicata e pochi rottami di ferro.. La realt che i subacquei della Blue Tek hanno filmato, e di cui .L.espresso. propone in queste pagine alcune immagini, Ë diversa. Per centinaia di metri (.Ma la zona potrebbe essere anche pi. estesa, visti gli anni passati e le mareggiate avvenute., dicono i sub), si trovano parti del relitto e del suo contenuto. Ci sono semplici cavi d.acciaio, catene da traino, eliche, idranti, parti di motore, manicotti. Ma anche altro, testimoniano. Ad esempio, travi d.acciaio, tubi di ogni genere e dimensione, una lamiera dentata che spunta dal fondo per circa otto metri, una piattaforma di oltre dieci metri per quattro, un contenitore di alluminio che per vari metri emerge dalla sabbia. Fino ai due elementi che pi. hanno attirato l.attenzione dei sub. Il primo Ë un grande corpo metallico a forma di parallelepipedo che a 50 metri dalla costa sbuca dal fondale per 15 metri circa di lunghezza e otto di larghezza. .Un contenitore massiccio., dicono i sub. Il secondo elemento Ë un portacontainer gemellato, lungo circa dieci metri e ribaltato sul fondo a 20 metri dalla riva. .Sotto., testimoniano i sub, .si intuisce della lamiera, ma per verificare se sia un container insabbiato ci vorrebbero altri approfondimenti.. Questo Ë il punto. I sub sottolineano che, vista la situazione, i fondali marini di Formiciche e dintorni possono nascondere qualunque sorpresa. .Le parti pi. pesanti., commentano, .sono le prime a sprofondare, dunque andrebbe analizzata l.area con la tecnica del sorbonaggio, ossia aspirando della sabbia.. Un.operazione lunga e costosa alla quale potrebbe essere preferito lo scansonar, apparecchiatura per individuare strutture nascoste. Valutazioni ora affidate alla Procura di Paola, dove il sostituto procuratore Greco certifica l.importanza dei ritrovamenti: .Confermo che gli elementi individuati sono riferibili alla motonave Rosso., dice: .Procederemo al recupero di tutto ciÚ che Ë chiuso per verificarne il contenuto. Il tempo trascorso complica il lavoro, ma indagheremo sopra e sotto la sabbia con la bonifica integrale del sito.. ” quello che davvero accadrÂ? Ce la farÂ, Greco, a trovare uomini e soldi per questa verifica? Di certo negli ultimi due mesi Ë successo di tutto, nel bene e nel male, a livello locale e nazionale. Ci sono stati investigatori rimossi. Audizioni segretate. Interrogazioni parlamentari. Ammissioni del governo. E, soprattutto, la scoperta di altri nuovi e importanti indizi che si sommano ai fatti di Formiciche. Scoperte che in zona creano forti tensioni. .Nessuno ha interesse che la vicenda esploda., dicono a Paola: .C.Ë chi giustifica il silenzio dicendo che quest.inchiesta danneggia il turismo, ma a tremare Ë soprattutto chi all.epoca aveva incarichi di responsabilitÂ. Tutto tace, e intanto molti sperano che dopo la tempesta torni il sereno.. Non a caso dal 20 luglio scorso alla Procura di Paola non lavora pi. Emilio Osso. Amico del capitano di corvetta Natale De Grazia, consulente chiave dei magistrati sul caso Rosso e morto per un improvviso (e sospetto) malore, Osso Ë tra i pi. profondi conoscitori dell.indagine. Da tempo era distaccato dalla polizia municipale di Amantea per affiancare il sostituto procuratore Greco. Ogni anno tornava a fare il vigile urbano dal primo al 31 agosto, causa traffico estivo; poi si rituffava nelle indagini. Ma stavolta Ë andata diversamente. La chiamata Ë arrivata dieci giorni prima del dovuto, e sull.ordine di servizio non c.Ë indicata la data di rientro. Un caso? Difficile crederlo, ammettono gli investigatori. Come non pare una combinazione che anche un altro componente della squadra di Greco, il maresciallo capo Giampiero Contatore, sia stato richiamato in anticipo per prestare servizio alla Stazione carabinieri di Paola. Su questi fatti il diessino Michele Vianello ha presentato in Parlamento un.interpellanza urgente, a cui dovranno rispondere il ministro della Giustizia e quello degli Interni. E sempre in luglio, il 14, Ë avvenuta davanti alla Commissione sul ciclo dei rifiuti l.audizione del procuratore capo di Paola Luciano d.Emmanuele, presentatosi col maresciallo Orlando Calvano della Capitaneria di porto (unico rimasto nel pool di Greco). L.obiettivo era analizzare il caso della motonave Rosso, e la sensazione che ci fossero novit importanti si Ë avuta da subito. Il magistrato ha infatti chiesto che l.audizione si svolgesse in seduta segreta. DopodichÈ ha confermato che l.ipotesi investigativa .Ë che la motonave dovesse essere affondata (…) a circa 15-20 miglia al largo di Falerna., e .l.affondamento non si verificÚ e la nave si spiaggiÚ per le condizioni del mare.. Ma il colpo di scena Ë venuto dal maresciallo Calvano, il quale ha parlato di .videocassette amatoriali. dalle quali .abbiamo riscontrato che la nave Rosso era scortata dalla Jolly Giallo, altra unit appartenente alla stessa flotta. (.L.espresso. pubblica un fotogramma in queste pagine). PerchÈ? L.ipotesi pi. probabile, secondo gli investigatori, Ë che l.equipaggio della Rosso dovesse essere trasferito sulla sorella Giallo prima dell.affondamento per non lasciare tracce, e che l.operazione sia stata ostacolata dal mare mosso. Una tesi su cui il sostituto procuratore Greco dovr dire l.ultima parola. Intanto la partita si allarga. Le associazioni ambientaliste Wwf e Legambiente hanno completato un dossier sul caso Rosso nel quale si dichiarano .preoccupate per la situazione in cui Ë costretta a operare la Procura di Paola., e chiedono urgenti approfondimenti ai responsabili delle varie Commissioni parlamentari. Ma di estremo interesse sono anche le parole con cui, lo scorso 15 luglio, Cosimo Ventucci, sottosegretario di Stato per i rapporti col Parlamento, ha risposto a un.altra interpellanza urgente del diessino Vianello, centrata sull.articolo de .L.espresso.. Un documento impressionante, nel quale il governo italiano mostra notevole conoscenza della rete internazionale che avrebbe smaltito rifiuti tossico-nocivi nei fondali marini. A riguardo, ha detto Ventucci, .si precisa che la Commissione monocamerale d.inchiesta sul ciclo dei rifiuti, istituita nella precedente legislatura, si Ë gi occupata di questi traffici. Evidenti segnali di allarme si sono colti in alcune vicende giudiziarie da cui Ë emersa una chiara sovrapposizione tra queste attivit illegali e il traffico di armi.. In particolare, ha continuato il sottosegretario, .un.inchiesta condotta dalla Procura di Lecce ha individuato il cosiddetto .Progetto Urano., finalizzato all.illecito smaltimento (…) di rifiuti industriali tossico-nocivi e radioattivi provenienti da Paesi europei. Numerosi elementi indicavano il coinvolgimento nel suddetto traffico di soggetti istituzionali di governi europei ed extraeuropei, nonchÈ di esponenti della criminalit organizzata e personaggi spregiudicati.. Esattamente come nell.indagine della Procura di Paola, ha proseguito Ventucci, .il progetto prevedeva il lancio dalle navi di penetratori cilindrici metallici a forma di siluro, caricati con scorie radioattive vetrificate o cementate e chiuse in contenitori di acciaio inossidabile che si depositavano fino a 50-80 metri al di sotto dei fondali. In alternativa si simulava l.affondamento accidentale della nave con l.intero carico pericoloso, lucrando cosÏ anche il premio assicurativo.. La domanda Ë: perchÈ per anni, mentre la giustizia arrancava tra mille sgambetti, la politica taceva? Il sottosegretario Ventucci, nella sua risposta in Parlamento, non lo spiega. In compenso, mette a fuoco per la prima volta ufficialmente la figura di Giorgio Comerio, l.ingegnere di Busto Arsizio che secondo gli inquirenti proponeva ai governi di mezzo mondo di sparare missili di immondizia radioattiva dentro i fondali marini. .Il ruolo chiave del Comerio., ha detto Ventucci, .Ë stato evidenziato dalle indagini della magistratura calabrese avviate nel 1994 (…). Faccendiere al centro di vicende legate alla Somalia e all.illecita gestione degli aiuti della Direzione generale per la collaborazione allo sviluppo, era in contatto con noti trafficanti d.armi, nonchÈ coinvolto nella fabbricazione di telemine destinate a Paesi come l.Argentina. Ulteriori indagini della Procura di Brescia hanno evidenziato l.affondamento doloso a Capo Spartivento di una nave, la Rigel, carica di materiale radioattivo. Per tale attivit criminosa operava, a livello internazionale, una holding denominata O.d.m. (Oceanic Disposal Management), dedita all.inabissamento in mare di rifiuti radioattivi e tossico-nocivi coi penetratori, facente capo al Comerio stesso.. La conferma di tutte le ipotesi degli investigatori. Accuse circostanziate e pronunciate nella massima sede istituzionale da un esponente del governo. Eppure Comerio, come gli altri protagonisti di questa storia, non ha subito conseguenze per le sue presunte attivitÂ. Anzi. ” possibile ancora oggi collegarsi al sito Internet della O.d.m. (www.tinet.ch/odm01/start-2.html) e leggere i particolari del progetto di smaltimento sottomarino.Tutto era segreto, ma paradossalmente anche alla luce del sole. Lo stesso Ventucci ha dichiarato in Parlamento che, .come ammesso e dichiarato apertamente dal socio di Comerio, Marino Ganzerla, l.affondamento delle .carrette. del mare Ë un sistema che interessa i mari del mondo da almeno dieci anni, conosciuto nelle varie marinerie quale metodo di comode truffe alle societ assicuratrici, oltre che sicuro metodo occulto e insospettabile per la creazione di discariche abusive di rifiuti pericolosi in mare.. Altrettanto noto, ha tranquillamente ammesso Ventucci, Ë il fatto che Comerio .avesse in animo di modificare la Rosso per la costruzione di particolari ordigni, o per l.alloggiamento e il lancio dei penetratori contenenti i rifiuti delle centrali nucleari di tutti i Paesi europei coi quali, lo stesso Comerio, ha trattato e concluso contratti di smaltimento.. Qual Ë dunque la lista dei Paesi europei coinvolti? Qual Ë l.entit dei contratti firmati? Quali i fondali in cui sono stati sparati i rifiuti? E quali i tentativi fatti per individuare i possibili siti di smaltimento? Per saperne di pi. lo snodo centrale resta l.inchiesta della Procura di Paola, ossia il tentativo di provare il reato di affondamento doloso della Rosso e l.occultamento dei rifiuti tossici. Solo cosÏ, a catena, potrebbero riaprirsi le quinte di questa assurda storia. Una svolta che potrebbe venire, oltre che dai rilievi sui fondali di Formiciche, anche dai risultati dei prelievi svolti il 16 luglio dal supertecnico Ornelio Morselli a Foresta di Serra D.Aiello (Cosenza), localit dell.entroterra dov.Ë stata scoperta una massiccia presenza di fanghi industriali. La Procura di Paola vuole sapere se questi fanghi provengono dalla motonave Rosso, ossia se dopo 14 anni Ë stato effettivamente individuato il sito dello smaltimento clandestino. Anche perchÈ, come Ë in grado di anticipare .L.espresso., a Foresta ci sono tracce di granulato di marmo: la stessa sostanza presente su altre navi dei veleni affondate misteriosamente. E sempre nell.area di Foresta, raccontano vari testimoni, si Ë scavato anni fa per prelevare terra e procedere al ripascimento della costa marittima, colpita dall.erosione. Ma guarda caso l.unico punto risparmiato Ë stato quello dove si pensa siano sepolti i rifiuti nocivi, come mostra anche un.evidente curva della vegetazione. Aspetti da verificare, spiegano in Procura. Ulteriore benzina per la corsa del sostituto procuratore Greco contro la prescrizione. Ma da qui all.ottimismo, dicono a Paola, c.Ë di mezzo per l.appunto un mare.