Natale De Grazia

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Al capitano Natale De Grazia è stata chiesta l’intitolazione del Lungomare di Amantea (CS) con missiva del 19 luglio 2009, indirizzata alla commissione straordinaria che ha amministrato la città dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa (2008-2010). La commissione ha  emesso una delibera notificata al prefetto di Cosenza nell’anno 2010 per le dovute autorizzazioni. Il 24 ottobre 2010, in occasione della manifestazione nazionale “Basta Veleni”, è avvenuta l’intitolazione ufficiale del lungomare di Amantea a Natale De Grazia.

Natale De Grazia nasce a Catona di Reggio Calabria il 19 dicembre 1956.

Consegue il titolo professionale di Capitano di lungo corso nell’anno 1981 dopo aver effettuato quattro anni di navigazione in acque nazionali ed internazionali in qualità di 2° e 1° ufficiale di coperta su navi mercantili e petroliere.

Nell’anno 1982/83 supera il concorso pubblico per ufficiali nella marina militare, corpo capitanerie di porto ruoli normali, raggiungendo di anno in anno condizioni di avanzamento di carriera da guardia marina fino ad arrivare a capitano di corvetta.

Concluso l’anno di studio-formazione all’accademia navale di Livorno, viene imbarcato sulla nave militare Sagittario, in missione in Libano nel dicembre 1983. Presta successivamente servizio c/o la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina e dopo due anni viene trasferito al Compartimento Marittimo di Reggio Calabria, dove rimane per sei anni. Nel 1991 viene disposto il suo trasferimento a Carloforte (Cagliari) per assumere il comando del Circomare per circa due anni. Poi un nuovo trasferimento al Compartimento di Reggio Calabria, dove assumerà diversi incarichi: Capo sezione Tecnica, Sicurezza navigazione, Antinquinamento, Elaborazione dati statistici e Responsabile della sala operativa. A partire dal 1994, collabora attivamente col pool investigativo della procura di Reggio Calabria relativamente al traffico di rifiuti tossici e/o radioattivi su espressa richiesta del procuratore capo dott. Francesco Scuderi, il quale ritenne preziosa ed essenziale la collaborazione del De Grazia con il sostituto procuratore Francesco Neri, titolare delle indagini. Il comandante De Grazia muore il 13 dicembre 1995, improvvisamente a Nocera Inferiore, mentre si trasferiva da Reggio Calabria a La Spezia nell’ambito delle citate indagini.

Il capitano morì dopo aver consumato un pasto in una stazione di servizio sull’autostrada Salerno- Reggio Calabria. Il certificato di morte riporta quali cause del decesso le troppo generiche motivazioni “arresto cardio-circolatorio”. Il suo corpo fu sottoposto ad autopsia solo dopo una settimana dal decesso e presso l’ospedale di Reggio Calabria, anziché Nocera Inferiore dove era deceduto. Agli esami autoptici non è stato concesso di assistere al consulente medico della famiglia che chiese di ripetere gli esami. La seconda autopsia fu assegnata allo stesso perito che condusse la prima e i risultati di questi ulteriori esami, che confermarono ovviamente i dati della prima, furono trasmessi alla famiglia dopo circa dieci anni.

Dopo la sua morte le indagini subirono un duro colpo e da allora la verità sulle “navi a perdere” non è mai stata rivelata fino agli sviluppi di questi ultimi tempi. Il 24 Maggio 2001, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concesse la medaglia d’oro al merito di marina “Alla Memoria” con le seguenti motivazioni: “Il Capitano di Fregata (CP) Spe r.n. Natale DE GRAZIA ha saputo coniugare la professionalità, l’esperienza e la competenza marinaresca con l’acume investigativo e le conoscenze giuridiche dell’Ufficiale di Polizia Giudiziaria, contribuendo all’acquisizione di elementi e riscontri probatori di elevato valore investigativo e scientifico per conto della Procura di Reggio Calabria. La sua opera di Ufficiale di Marina è stata contraddistinta da un altissimo senso del dovere che lo ha portato, a prezzo di un costante sacrificio personale e nonostante pressioni ed atteggiamenti ostili, a svolgere complesse investigazioni che, nel tempo, hanno avuto rilevanza a dimensione nazionale nel settore dei traffici clandestini ed illeciti operati da navi mercantili. Il comandante De Grazia è deceduto in data 13.12.1995 a Nocera Inferiore per “Arresto cardio-ircolatorio”, mentre si trasferiva da Reggio Calabria a La Spezia, nell’ambito delle citate indagini di “Polizia Giudiziaria”. Figura di spicco per le preclare qualità professionali, intellettuali e morali, ha contribuito con la sua opera ad accrescere e rafforzare il prestigio della Marina Militare Italiana.”

Il risultato del lavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia è contenuto nei fascicoli dell’inchiesta giudiziaria sull’affondamento della nave Rigel e altri “navi a perdere” presso la procura di Reggio Calabria archiviata nell’anno 2000.

Risulta documentato che il capitano Natale De Grazia aveva trovato nella casa di Giorgio Comerio, un noto faccendiere investigato per smaltimento illecito di scorie radioattive, un’agenda con l’appunto “Lost the ship” (la nave è persa) il giorno 21 settembre 1987, il giorno in cui è affondata la nave Rigel. Quel giorno, secondo quanto stabilito dall’International maritime organization è affondata soltanto quella nave. Inoltre nella casa del Comerio pare esser stata ritrovata copia del certificato di morte di Ilaria Alpi, – giornalista italiana del TG3, assassinata in Somalia insieme all’operatore Miran Hrovatin mentre si occupava di traffico di rifiuti pericolosi e di armi.

Comerio è l’ingegnere ideatore del progetto O.D.M. (Oceanic disposal management) che prevedeva di stipare rifiuti radioattivi in siluri (telemine) da sparare sotto i fondali marini con l’ausilio di navi Ro-ro. Gli investigatori di Reggio Calabria, tra cui il De Grazia, avevano scoperto che Comerio aveva trattato l’acquisto della motonave Rosso (nave Roro). Nel corso delle indagini Natale De Grazia ed i suoi collaboratori, maturarono la convinzione, che la Jolly Rosso doveva essere affondata al largo del Golfo di S. Eufemia (CZ) per smaltire un carico di rifiuti pericolosi e per lucrare sul premio di assicurazione. Secondo gli inquirenti l’affondamento non riuscì e il 14 dicembre 1990 la nave si arenò sulla spiaggia di Amantea in località Formiciche e il carico della nave seppellito nell’alveo del fiume Oliva, poco distante il luogo della spiaggiamento. L’inchiesta è stata riaperta dalla procura di Paola nell’anno 2004 e poi ma per mancanza di prove è stata archiviata a maggio 2009 perché l’ipotesi accusatoria non fu supportata da prove. Attualmente (anno 2010) sono in corso sempre presso la Procura di Paola altra indagini per capire comunque il tipo di inquinanti trovati nell’alveo del fiume Oliva, la loro incidenza sulle malattie diffuse nella zona e per traavre i responsabili di tali illeciti smaltimenti.

Natale De Grazia è morto in circostanze sospette il 13 dicembre 1995, mentre era in missione per conto della procura della Repubblica di Reggio Calabria. Si stava recando a La Spezia e Massa Carrara per raccogliere importanti deposizioni e documenti nautici relativi ad affondamenti sospetti nel Mediterraneo.

In occasione dell’ “Appello per la verità, in memoria di Natale De Grazia, sui traffici dei rifiuti” che si è tenuto a Reggio Calabria il 14 dicembre 2008, il giornalista Luciano Scalettari, impossibilitato a partecipare all’evento ha inviato una dichiarazione per testimoniare comunque la sua vicinanza e il suo impegno, scrivendo tra l’altro che : «…è fondamentale fare memoria su chi era, su cosa lavorava e perché morì Natale De Grazia….Tre anni fa ebbi l’occasione di intervistare l’attuale Procuratore Capo di Trieste, Nicola Maria Pace (giudice in prima linea su indagini come Traffico d’organi, Unabomber, rifiuti radioattivi, migrazioni illegali che aveva collaborato con la procura di Reggio Calabria ed in particolare con il capitano De Grazia). Ebbene, nonostante la sua consapevolezza sul peso delle dichiarazioni di un magistrato responsabile di una Procura, disse: «È, e rimane mia intima convinzione – sulla base di tanti fatti e indizi maturati all’epoca dell’indagine – che Natale De Grazia SIA STATO UCCISO».

Tra l’altro è stato più volte ipotizzato che dietro il fenomeno delle “navi a perdere”  e quindi sulla morte del comandante De Grazia, possano essere stati coinvolti i servizi segreti deviati, la massoneria e i poteri mafiosi della nostra regione.

Crediamo che su questa vicenda, come sui fatti che furono oggetto delle indagini di De Grazia, si possa e si debba esigere almeno l’impegno delle istituzioni del nostro Paese per ottenere verità e giustizia.