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Archivio per dicembre 2009

L’Associazione Ulixes premia il Comitato De Grazia

30 dicembre 2009 Commenti chiusi

“Premi Itaca”: gli universitari di Ulixes premiano i calabresi del 2009.

Menzione speciale per il “Comitato De Grazia”.

Preziosa occasione di riflessione e confronto. Presenti importanti interlocutori regionali.


PREMIO ITACACatanzaro 29 dicembre 2009 – “Avremmo scelto di Menzionare il vostro Comitato per  l’impegno mostrato nelle  drammatiche vicende ambientali che   stanno investendo le nostre coste e che hanno accesso i  riflettori nazionali, ma che lasciano tuttavia diverse ombre.”

Così il direttivo dell’associazione Ulixes ha invitato  il Comitato civico Natale De Grazia a ritirare a Catanzaro, il premio Itaca 2009, per le attività condotte a difesa dell’ambiente e dei diritti fondamentali dei cittadini, come il diritto alla salute con la seguente

MOTIVAZIONE:
“Il ritrovamento al largo di Cetraro (CS) di una nave affondata, non censita dalle carte nautiche della Marina militare, che si sospetta contenga rifiuti radioattivi (sosterrebbero il sospetto e le accuse di un pentito) ha portato agli onori della cronaca lo scandalo delle navi dei veleni. Per il suo impegno coraggioso di lunga data contro lo scarico clandestino di rifiuti tossici in mare, l’Associazione Ulixes premia con una menzione speciale il Comitato Civico Natale de Grazia, e intende con la stessa menzione ricordare la figura del capitano De Grazia, ufficiale che non si fermò neanche davanti a pressioni ostili alle sue indagini e la cui morte desta ancora sospetti.”

Giorno 29 dicembre alle ore 17.00 nella sala del Consiglio Comunale di Catanzaro – Palazzo De Nobili si è tenuta la  quarta edizione dei Premi Itaca. L’associazione Ulixes degli universitari di Calabria ha premieto i calabresi dell’anno 2009, un momento di riflessione sull’anno appena passato e sulle prospettive future della regione.

Già da tre anni, infatti, la manifestazione mira attraverso il dibattito con i premiati e le istituzioni, a realizzare un momento di valutazione e confronto importante dove protagonisti sono i giovani e centrali i problemi dei calabresi.

Un’iniziativa bella e giovane quella dell’associazione che ha avviato da oltre un mese un sondaggio on line tra gli iscritti e i visitatori del sito www.associazioneulixes.org per designare quelli che sono considerati i corregionali più importanti, quelli che con il loro contributo hanno apportato un valore positivo aggiunto ad un anno difficile, difficilissimo per la nostra regione. E’ un premio diverso, più vero perché, nel rifiorire di riconoscimenti, quello di Ulixes ha impronta giovane e soprattutto critica. S’inscrive nei percorsi di studio e di analisi condotti con entusiasmo dall’associazione e segna certamente una volontà chiara dei giovani di Calabria di riprendersi il dibattito, operare giudizi, formare opinione pubblica. Il motto di quest’anno sarà una frase di Seneca, “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Si tratta di un invito alla chiarezza ed alla trasparenza.

Passando ai premiati. Il “Premio Itaca” cultura è stato assegnato all’editore Carmine Donzelli per la grande capacità di valorizzare la cultura italiana e divulgarne le più importanti espressioni, con un occhio sempre rivolto alla tradizione, alla memoria e ad una attenta lettura del meridione.

Il “Premio Itaca” legalità al giudice Nicola Gratteri, per la sua infaticabile e mai doma lotta contro la ‘ndrangheta, operata con i mezzi della magistratura e con la parola, quella parola che apre gli occhi sulle reali implicazioni del malaffare e che può salvare generazioni affascinate dall’illusione di facili guadagni promessi dal crimine.

Il “Premio Itaca” economia va a Cangiari, il nuovo brand di moda nato dalla mission di responsabilità sociale del Consorzio sociale GOEL e presentato il 24 settembre 2009 a Milano, durante la Settimana della Moda Donna, con lo slogan “beauty is different”.

Il “Premio Itaca” società civile va alla Fondazione Roberta Lanzino, che ha saputo trasformare il dolore di una perdita nella forza per reagire e per aiutare a reagire chi ha vissuto e vive l’orrore della violenza.

Un secondo “Premio Itaca” società civile va all’Associazione Città Futura “Giuseppe Puglisi” e a Domenico Lucano, sindaco di Riace, per aver trasformato Riace nella città dell’accoglienza, in un momento in cui l’Italia sembra andare da tutta altra parte la Calabria si riconferma solidale e civile.

Il “Premio Itaca” giornalismo va a Riccardo Bocca dell’Espresso per i suoi reportage sulla Calabria ed in particolare sulle “navi dei veleni”.

Il “Premio Itaca” giovani verrà assegnato ai Nonni di Acquaformosa ed al sindaco del centro arbëresh, Giovanni Manoccio per aver evitato la chiusura della scuola del paese, grande presidio di civiltà e democrazia, sedendosi ai banchi come alunni insieme ai propri nipoti. Promuovendo un  ulteriore incontro tra generazioni e riaffermando il valore dell’istruzione pubblica e della mutualità all’interno della comunità di appartenenza.

Una menzione speciale va anche al Comitato Civico Natale De Grazia, per il suo impegno di lunga data contro lo scarico clandestino di rifiuti tossici  a largo della Calabria.

La serata del 29 è proseguita con un importante evento musicale, alle ore 22.00 con ingresso gratuito, offerto alla cittadinanza dall’associazione universitaria calabrese Ulixes e dall’Assessorato alla cultura del comune di Catanzaro: il concerto di musica popolare dei Sabatum Quartet presso il caffè Letterario di Catanzaro in Via Menniti Ippolito.

Associazione Universitaria Calabrese Ulixes

http://www.associazioneulixes.org/

L’associazione Ulixes è stata fondata quattro anni fa a  Catanzaro.

L’idea di base era quella di creare un network tra gli studenti universitari calabresi che studiano in Calabria e quelli fuori.

La Calabria è da sempre  stata terra di emigrazione e negli ultimi anni ha visto perdere le intelligenze più brillanti che hanno diminuito e limitato considerevolmente il potenziale di sviluppo della nostra regione. L’associazione vuole far si che i giovani calabresi brillanti, dentro e fuori regione, si spendano attivamente per la propria terra tornando a viverla e programmarla; riappropriandosi del presente della Calabria e del suo futuro. Il nome dell’associazione rimanda a questa idea: offrire ai giovani calabresi, quelli che vivono fuori e quelli che rimangono, uno spazio ideale per pianificare e lavorare per una più giusta e sviluppata Itaca.

Con i suoi 600 membri, 6 sedi in Italia e 1 a Bruxelles, una lunga striscia di attività in Calabria e nelle altre regioni italiane, Ulixes rappresenta una della realtà Associative più attiva e dinamiche della Calabria sempre nel segno dell’a-partitismo e nel solo interesse collettivo.
Il’impegno dell’associazione negli anni è stato profuso in particolare nell’affermazione dei principi di democrazia, libertà e legalità con una forte opposizione alla costante presenza della mafia.

Tra le tante iniziative si ricordano in particolare:

- il sostegno al DDL Lazzati (sostenuto trasversalmente da diversi tra senatori e deputati, che vieta ai soggetti sottoposti a misura di sorveglianza speciale di poter fare propaganda elettorale, comportando anche la decadenza per il candidato che prende i voti della mafia. Un disegno di legge che mette fine al voto di scambio;

- la partecipazione al referendum per la tutela della Costituzione;

- la guida del movimento di associazioni e sindacati che nel 2007 ha promosso il primo referendum regionale per la pubblicazione del BUR (Bollettino Ufficiale Regione Calabria) che un trasversale ed unanime atto del consiglio regionale aveva abrogato, così da rendere  assolutamente non conoscibile ai cittadini tutti gli atti di spesa regionale e non trasparente la gestione amministrativa certo non nell’interesse della collettività.

Ogni anno, l”Associazione riconosce un premio alle persone e/o agli organismi che possono essere considerate i migliori Calabresi  dell’anno o anche i non Calabresi che hanno contribuito allo sviluppo della regione o che a modo loro hanno fornito una lettura peculiare del territorio. Non è il classico premio ma è vissuto come un momento di dialogo pubblico della società civile calabrese, in cui le autorità istituzionali presenti, tra cui il governatore, ascoltano quello che i cittadini hanno da dire.

Italia: Discariche abusive e acque reflue possibili sanzioni UE

30 dicembre 2009 Commenti chiusi

Italia: la Commissione europea ha inviato un ultimo avvertimento riguardo a possibili penalità per le discariche abusive e ha avviato una procedura concernente le acque reflue

di antonellamascia

Fonte: http://www.antonellamascia.com/

Fiume Oliva

Strasburgo, 5 agosto 2009 – La Commissione europea ha inviato un ultimo avvertimento riguardo a possibili penalità per le discariche abusive e ha avviato una procedura che riguarda le acque reflue. Qui di seguito la comunicazione apparsa il 25 giugno 2009 su presse releases RAPID, sul sito dell’Unione europea.

“La Commissione europea prosegue l’azione legale intrapresa nei confronti dell’Italia a causa di violazioni della normativa ambientale dell’UE con riguardo al trattamento dei rifiuti e delle acque reflue. Nella prima procedura, la Commissione ha deciso di inviare all’Italia l’ultimo avvertimento scritto concernente le penalità che potrebbero esserle comminate se non intraprenderà azioni tempestive per chiudere e bonificare migliaia di siti illegali e incontrollati di smaltimento dei rifiuti nell’intero paese. Nel 2007 la Corte di giustizia delle Comunità europee ha condannato per tali siti l’Italia, che deve tuttavia ancora adottare le misure occorrenti per conformarsi alla sentenza. La seconda procedura si riferisce al mancato rispetto degli obblighi in materia di trattamento delle acque reflue. Sono circa 500 i centri urbani che non possiedono un impianto di trattamento delle acque reflue conforme alle norme comunitarie.

Il commissario per l’ambiente Stavros Dimas ha osservato: “I gravi rischi costituiti dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti e dal mancato trattamento delle acque reflue urbane sono tra i motivi che hanno indotto l’UE ad adottare norme che garantiscono i più elevati livelli di protezione dei cittadini e dell’ambiente. Invito pertanto le autorità italiane ad attuare rapidamente le iniziative occorrenti per ovviare alla situazione e dare piena attuazione alla normativa comunitaria in materia di ambiente.”.

Smaltimento illegale dei rifiuti

Nell’aprile 2007 l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia delle Comunità europee per inadempimento generale e persistente degli obblighi previsti dalla normativa comunitaria in materia di rifiuti 1 , a causa dell’esistenza di migliaia di discariche illegali e incontrollate.

Nel febbraio 2008 la Commissione ha inviato all’Italia una prima lettera di avvertimento ai sensi dell’articolo 228, applicabile quando uno Stato membro non ha dato piena esecuzione a una sentenza della Corte di giustizia europea. Tale articolo attribuisce alla Commissione il potere, dopo l’emanazione di due avvertimenti, di deferire una seconda volta lo Stato membro alla Corte e di chiedere l’applicazione di penalità.

Le informazioni trasmesse dalle autorità italiane in risposta alla prima lettera di avvertimento indicano che il problema continua a essere di vasta portata e interessa quasi tutto il territorio nazionale. Nonostante le autorità italiane abbiano adottato un certo numero di provvedimenti, come il monitoraggio di alcuni siti, la Commissione giunge alla conclusione che, a due anni dalla sentenza della Corte, questi non sono sufficienti per affrontare la situazione e risolvere l’esistenza di un problema sistemico sul lungo termine.

La Commissione ha pertanto deciso di inviare all’Italia un ultimo avvertimento scritto ai sensi dell’articolo 228.

Questa procedura rientra in un più vasto approccio inteso ad affrontare problemi sistemici relativi allo smaltimento dei rifiuti illegale e incontrollato negli Stati membri.

Mancato trattamento delle acque reflue urbane

La Commissione ha deciso di inviare all’Italia un primo avvertimento scritto per mancato rispetto della normativa UE intesa a proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento provocato dalle acque reflue. A norma della direttiva del 1991 concernente il trattamento delle acque reflue urbane 2 , i centri abitati con una popolazione superiore ai 10 000 abitanti che scaricano le acque in zone sensibili sotto il profilo ambientale devono dotarsi di un sistema di raccolta e trattamento che rispetti le più rigorose norme di qualità (“trattamento terziario”) entro la fine del 1998.

Sulla base di una valutazione delle informazioni trasmesse dall’Italia, la Commissione ritiene che oltre 500 centri abitati non rispettino tale direttiva. L’Italia ha due mesi per rispondere e in seguito la Commissione deciderà se inviare un ultimo avvertimento scritto.

Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus pericolosi e rappresentano pertanto un rischio per la sanità pubblica. Tra l’altro contengono nutrienti come l’azoto e il fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l’ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita, processo conosciuto come eutrofizzazione.

Iter procedurale

L’articolo 226 del trattato conferisce alla Commissione la facoltà di procedere nei confronti di uno Stato membro che non adempie ai propri obblighi.

Se constata che la disciplina comunitaria è stata violata e che sussistono i presupposti per avviare un procedimento di infrazione, la Commissione trasmette allo Stato membro in questione una diffida o lettera di “costituzione in mora” (primo avvertimento scritto), in cui intima alle autorità del paese interessato di presentare le proprie osservazioni entro un termine stabilito, solitamente fissato a due mesi.

Alla luce della risposta dello Stato membro, o in assenza di risposta, la Commissione può decidere di formulare un “parere motivato” (secondo e ultimo avvertimento scritto), nel quale espone chiaramente e in via definitiva i motivi per cui ritiene che sia stata commessa una violazione del diritto comunitario e invita lo Stato membro a conformarsi entro un termine ben preciso, in genere di due mesi.

Se lo Stato membro non si conforma al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee. Se la Corte di giustizia accerta che il trattato è stato violato, lo Stato membro inadempiente è tenuto ad adottare i provvedimenti necessari per conformarsi al diritto comunitario.

L’articolo 228 del trattato conferisce alla Commissione la facoltà di agire nei confronti di uno Stato membro che non si sia conformato a una precedente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, ancora una volta attraverso l’invio di un primo avvertimento scritto (lettera di costituzione in mora) e di un secondo e ultimo avvertimento scritto (parere motivato). Sempre a norma dell’articolo 228, la Commissione può chiedere alla Corte di infliggere una sanzione pecuniaria allo Stato membro interessato.

Le ultime statistiche generali sulle infrazioni sono disponibili sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/your_rights/your_rights_forms_en.htm#infractions.

Le sentenze della Corte di giustizia sono consultabili al seguente indirizzo:

http://curia.europa.eu/en/content/juris/index.htm

1 :

La direttiva quadro sui rifiuti (75/442/CEE, modificata dalla direttiva 91/156/CEE), la direttiva relativa ai rifiuti pericolosi (91/689/CEE) e la direttiva relativa alle discariche di rifiuti (99/31/CE).

2 :

Direttiva 91/271/CEE del Consiglio concernente il trattamento delle acque reflue urbane.”

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Comitato De Grazia: “Risorse del ponte per le vere emergenze del Sud”

22 dicembre 2009 Commenti chiusi

NO PONTE“Utilizzare le risorse

del Ponte

per le vere

emergenze del Sud”


Amantea, 21 dicembre 2009 – “Abbiamo partecipato alla manifestazione contro la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina convinti come siamo dell’enorme spreco di risorse che quest’opera, qualora fosse realizzata, comporterebbe per il Mezzogiorno d’Italia e per la Calabria in particolare”. Così il Comitato “Natale De Grazia” sintetizza le motivazioni della sua partecipazione alla manifestazione di sabato scorso. Una posizione netta che mette al centro delle rivendicazione il corretto uso di risorse economiche da destinare al Sud. “Le risorse che il Governo intende spendere per il Ponte – sostengono gli attivisti del Comitato – potrebbero essere utilizzate viceversa per le vere emergenze che i territori meridionali registrano da tempo. Ad iniziare dalla disastrosa situazione in cui versa l’ambiente e la sanità pubblica”. Su questo ultimo punto il Comitato sottolinea che “non è comprensibile che contestualmente alla richiesta effettuata dal Governo di ridurre drasticamente le risorse da destinare al sistema sanitario regionale che comporterà la soppressione di molti presidi ospedalieri nella nostra regione si possa poi stanziare ingenti risorse per costruire un’opera di cui il territorio e la popolazione calabrese non sente la priorità”. “Prioritario – continua il Comitato – è senza dubbio avere un sistema sanitario che permetta di intervenire per salvare una vita umana e non lasci trascorrere mezzora per l’arrivo di un’autoambulanza nel corso di una manifestazione già annunciata da tempo in pieno centro cittadino. Probabilmente con un sistema sanitario “normalmente” funzionante la vita dell’ex sindaco di Badolato, Francesco Nisticò, si sarebbe potuta salvare. Intendiamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra solidarietà alla sua famiglia.”

“Riteniamo inoltre prioritario sapere che fine fanno i rifiuti tossico-nocivi se non addirittura radioattivi che il sistema produttivo nazionale ed internazionale mette in circolo e che vedono, spesso, i nostri territori quali terminali ultimi di smaltimento. Prioritario resta avviare le bonifiche dei siti contaminati non permettendo che intere aree come la vallata dell’Oliva, Crotone o la Sibaritide aspettino decenni per vedersi restituiti alla sicurezza del vivere quotidiano. Prioritario sul versante delle infrastrutture è garantire che non si muoia su un’autostrada già fatiscente come la Salerno- Reggio Calabria solo per una semplice frana”. Infine una netta presa di posizione “contro quelle forze politiche che strumentalizzano le legittime proteste della popolazione per bieche operazioni elettoralistiche”. “Noi – concludono gli attivisti del Comitato “De Grazia” – confermiamo la nostra totale distanza da quanti, a tutti i costi, vogliono mettere il “cappello” a manifestazioni spontanee di protesta di semplici cittadini o di associazioni di uomini liberi. Siamo e restiamo lontani da questo modo di agire”.

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Forum delle associazioni

8 dicembre 2009 Commenti chiusi

FORUM AMBIENTALISTA

DI ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI E COMITATI

CHE HANNO PARTECIPATO

ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI AMANTEA DEL 24 OTTOBRE

COMUNICATO STAMPA

Lamezia Terme, 06 dicembre 2009 – Basta con l’abbandono progressivo dell’intero territorio calabrese contaminato da ogni sorta di materiale tossico-nocivo e radioattivo. Basta con una politica della gestione dei rifiuti che si è ridotta esclusivamente a gestire  discariche disseminate per l’intera Calabria in attesa della loro saturazione. Basta ancora alla mercificazione dei beni comuni ed ad una progressiva cementificazione dei territori per realizzare opere spesso dispendiose e poco utili per un sviluppo reale delle Calabria.

Oltre duecento persone a rappresentare 80 associazioni sparse sul territorio calabrese si sono confrontate per l’intera giornata oggi a Lamezia Terme nei locali del centro Agroalimentare ed hanno rivendicato una reale attenzione sui tanti drammi che interessano la nostra regione. Ad iniziare dalle emergenze che caratterizzano la città di Crotone il cui territorio è stato letteralmente violentato nel corso degli anni. Una consapevolezza che ha già portato in piazza nella città pitagorica migliaia di cittadini  il 3 ottobre. E che ha spinto il Forum a formulare una richiesta ben precisa: “Dovrà essere lo Stato a pagare la bonifica”.

Battaglie ambientali che sono state il cuore delle rivendicazioni che hanno portato il 24 ottobre ad Amantea oltre 30 mila persone giunte da tutta la Calabria. Per questo il Forum ha deciso di promuovere nuove iniziative per tenere alta l’attenzione sulle problematiche ambientali. Tra tutte la stesura di un libro bianco sui danni arrecati ai territori ed ai cittadini calabresi e l’istituzione di un coordinamento permanete tra tutti i movimenti impegnati nella difesa della Calabria.

“Vi è la necessità – hanno dichiarato gli organizzatori – di acquisire per avviare poi una piattaforma rivendicativa consapevole quante più informazioni possibili sulle problematiche ambientali legate ai territori interessati dalla contaminazione di rifiuti tossico-nocivi e radioattivi. Per questo occorre dotarsi fin da subito di tutti gli strumenti necessari ad approfondire indagini ambientali, epidemiologiche e  tossicologiche. Ma non solo. Occorre anche verificare le eventuali responsabilità civili, penali politiche ed amministrative per i disastrosi danni arrecati alla Calabria e alla salute dei suoi cittadini”.

Sul tema della gestione delle risorse naturali a partire dall’acqua il Forum delle associazioni ha ribadito la necessità di mantenere la gestione pubblica e renderla partecipata. “Obiettivo ancora possibile – sostengono i partecipanti al Forum – se, all’interno dei propri statuti, i Consigli comunali dichiarano che l’acqua è un diritto umano inalienabile ed un bene privo di rilevanza economica”. Sulla nave dei veleni la posizione resta netta. “Non ci convincono affatto – dichiarano – le rassicurazioni offerte dal Governo che servono solo a diminuire l’attenzione su una questione che è reale e che interessa non solo la Calabria. Per questo sono stati già avviati contatti con altre realtà territoriali anche internazionali che registrano lo stesso dramma”.

Il no al ponte sullo stretto di Messina, resta tra le battaglie principali del Forum che verrà ribadito con la partecipazione massiccia alla manifestazione del 19 dicembre prossimo a Villa San Giovanni. “Il nostro impegno – affermano a questo proposito – resta pieno nel difendere ad oltranza tutti i beni comuni del nostro territorio ad iniziare dall’area dello stretto che verrebbe devastato con la realizzazione del ponte”.

Navi dei veleni, c’è un nuovo pentito “Parlò degli affondamenti già nel 2004″

8 dicembre 2009 Commenti chiusi

Fonte: Repubblica.it

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/nave-veleni-2/nave-veleni-2/nave-veleni-2.html

Sembra riaprirsi la vicenda dei rifiuti tossici affondati. L’avvocato di Francesco Fonti: “Ritengo utile che la commissione parlamentare ascolti anche la sua versione”

Navi dei veleni, c’è un nuovo pentito

“Parlò degli affondamenti già nel 2004″

“Proprio nel giorno in cui ho chiesto l’audizione è stato investito da un’auto”

Di Anna Maria De Luca e Paolo Griseri

ROMA – C’è un nuovo pentito disposto a rivelare la sua verità sulle navi dei veleni. L’avvocato Claudia Conidi, legale di Francesco Fonti, il primo che ha raccontato la storia degli affondamenti programmati delle navi cariche di sostanze tossiche, ha segnalato nei giorni scorsi alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti la testimonianza di Emilio Di Giovine, ex boss della ‘ndrangheta di Reggio Calabria: “Ho incontrato Di Giovine in occasione di un processo – racconta Conidi – e mi ha spiegato di aver raccontato la storia degli affondamenti durante un interrogatorio nel 2004. Ho ritenuto utile chiedere alla commissione di ascoltare la sua testimonianza”.

L’avvocato Conidi riferisce anche una inquietante coincidenza: “Proprio il giorno in cui ho chiesto l’audizione in Commissione rifiuti – dice il legale – Di Giovine è stato investito da un’auto ed è scampato per miracolo all’incidente. E’ stato ricoverato in ospedale da dove verrà prossimamente dimesso”.

Ma chi è Emilio Di Giovine? E’ un personaggio di primo piano. E’ stato per molto tempo il compagno della figlia di Theodor Cranendonk, trafficante di armi legato ai clan reggini di Serraino-Condello-Imerti. Cranendonk è stato arrestato dalla Dda di Milano per traffico d’armi. In casa di Cranendonk è stata trovata copia del progetto Odm per smaltire rifiuti pericolosi in mare: siluri imbottiti di materiali scomodi, sparati sotto il fondo dei mari e degli oceani. Ma l’autore di questi progetti, Giorgio Comerio, alla domanda “Conosce Cranendonk?” risponde: “E chi è? Una persona?”.

Nei giorni scorsi proprio Comerio ha inviato a Repubblica. it la sua verità in un memoriale su un traffico di veleni di cui per anni è stato accusato di essere uno dei registi. Al punto che, intervenendo in parlamento a nome del governo, Carlo Giovanardi lo ha definito “noto trafficante”.

Appena Emilio Di Giovine si sarà ripreso dall’incidente dovrebbe quindi essere sentito dalla Commissione antimafia che giudicò inattendibili, per quanto riguarda le navi dei veleni, le dichiarazioni del pentito Francesco Fonti. Fonti disse che, in Calabria, al largo di Cetraro c’era una nave dei veleni. La nave è stata trovata. Ma, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Ambiente, si tratterebbe solo di un relitto di guerra. Cosa dirà ora Emilio Di Giovine alla Commissione parlamentare? Secondo quanto sostiene l’avvocato Conidi, Di Giovine sosterrebbe le stesse tesi del suo assistito: le navi dei veleni ci sono, sono nei nostri mari con il loro carico letale. Intanto Francesco Fonti depone a Livorno per chiarire le sue dichiarazioni sull’affondamento di rifiuti tossici al largo delle coste toscane.

8 dicembre 2009

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FACCIAMO “RETE” – Forum delle associazioni

4 dicembre 2009 Commenti chiusi

LAMEZIA TERME

domenica 06 dicembre 2009

FORUM DELLE ASSOCIAZIONI


Le associazioni che hanno partecipato alla Manifestazione nazionale del 24 ottobre 2009 ad Amantea cercano di fare “RETE” riunendosi in assemblea presso il Centro AGROALIMENTARE di Lamezia Terme.

Il fine è condividere le problematiche dei vari territori e scrivere un LIBRO BIANCO sulle emergenze ambientali calabresi che dovranno essere sottoposte, per una soluzione definitiva, alle istituzioni competenti.


Per dare la vostra adesione scrivete a:

manifestazione@comitatodegrazia.org

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programma della giornata

DOMENICA 06 DICEMBRE – LAMEZIA TERME

ORARI E LAVORI

Ore 9:00 Registrazione partecipanti

Ore 9:30 Apertura dei lavori dell’Assemblea Plenaria e presentazione delle iniziative da intraprendere, lettura del documento base e composizione dei gruppi di lavoro

Ore 10:30 Avvio dell’attività dei gruppi di lavoro

Ore 13:00 Pausa pranzo (colazione a sacco a carico dei partecipanti)

Ore 14:00 Ripresa dei lavori in Assemblea Plenaria

Ore 15:00 Fine dell’attività dei gruppi di lavoro

Ore 15.30 Dibattito in Assemblea Plenaria sul lavoro dei gruppi di lavoro – Proposte e deliberazioni finali

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La Valle dei Veleni – Presenza di sostanze chimiche lungo il corso del Fiume Oliva: indagini ambientali ed effetti sulla salute della popolazione

4 dicembre 2009 Commenti chiusi
1/12/2009 – Nel dossier allegato in fondo pagina il WWF, su richiesta del presidente del Comitato civico Natale De Grazia, ha sottoposto ad analisi la perizia del dott. Brancati (redatta su richiesta della procura di Paola), sulle discariche rinvenute nella vallata del torrente Oliva, nei pressi di Amantea, nell’ambito delle indagini avviate dal Procuratore Bruno Giordano sulle “navi dei veleni”. Il report si compone di due parti: una che analizza e sintetizza le risultanze delle perizie fino ad ora effettuate in quelle aree, ed una composta da schede che spiegano cosa sono e quali siano gli effetti su ambiente e salute delle sostanze tossiche e nocive rinvenute nel corso delle indagini ed evidenziate dalle perizie.

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Scarica il file “valle veleni dossier WWF


Il Comitato ringrazia il WWF Italia ed in modo particolare la dottoressa Eva Alessi per il prezioso lavoro svolto e la dottoressa Patrizia Fantilli responsabile dell’Ufficio Legale per la sua fondamentale consulenza.

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6 DICEMBRE 2009 – Facciamo “rete”. Le associazioni si riuniscono a Lamezia Terme

3 dicembre 2009 Commenti chiusi

FORUM DELLE ASSOCIAZIONI MOVIMENTI E COMITATI

LAMEZIA TERME -  DOMENICA 6 DICEMBRE 2009

A seguito della grande manifestazione del 24 ottobre ad Amantea, che ha visto la partecipazione di oltre 30 mila persone giunte da tutta la Calabria,  per i movimenti della Calabria si è posta la necessità di coordinare meglio le proprie forze e risorse sparse su tutto il territorio per cercare di dare un’unica identità.

Vogliamo promuovere una mobilitazione generale ed avviare una discussione permanente, che coinvolga tutti i movimenti presenti nella nostra regione, puntando a sollevare le problematiche legate alla tutela dell’ambiente nella regione Calabria (bonifiche, difesa delle risorse comuni, ciclo dei rifiuti, aggressione delle coste, etc.), per chiedere la tutela di tutti i beni comuni, dall’acqua, alla salute, alla cultura, al lavoro, all’ambiente.

Ad Amantea, il 24 ottobre scorso, le Associazioni, i Comitati ed i Movimenti di tutta la Calabria, hanno tracciato un percorso lineare e coeso,  che parte da semplici e chiare richieste rispetto alla tutela della salute ed il recupero ambientale del territorio di tutta la regione Calabria. Ed in particolare:

-          la bonifica immediata, in tempi certi e con procedure trasparenti, di tutti i siti inquinati sino ad oggi individuati in Calabria;

-          il monitoraggio ambientale permanente di terra, aria e acqua, partendo da uno studio epidemiologico e tossicologico da effettuarsi su tutta la popolazione residente in prossimità dei siti inquinati, ma anche nelle aree dove sussistono ragionevoli dubbi tuttora di contaminazione e/o inquinamento in Calabria;

-          verità e certezza su responsabilità civili, penali e politiche di chi, negli anni ha inquinato, lucrato e permesso lo sfruttamento indiscriminato e senza scrupoli del territorio calabrese;

-          la moratoria sui rifiuti affinché si realizzi un nuovo Piano di smaltimento basato sulla riduzione dei rifiuti prodotti e sulla reale raccolta differenziata spinta, evitando così che si realizzino nuove discariche, inceneritori o altre opere invasive sul  territorio regionale;

-          la moratoria sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e su tutte quelle opere di cementificazione selvaggia delle coste e del paesaggio calabrese;

-          impedire lo sfruttamento energetico intensivo e non eco-compatibile del territorio di tutta la Calabria;

-          la difesa dell’acqua come bene comune, attraverso il riconoscimento negli ambiti comunali, provinciali e regionale del diritto umano all’acqua e del servizio idrico integrato con un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica

-          innalzare il livello d’attenzione per prevenire infiltrazioni ed appetiti mafiosi troppo spesso presenti nella realizzazione di opere pubbliche, nella gestione del ciclo dei rifiuti ed, in generale, nell’intera economia calabrese.

Di fronte a queste richieste e di fronte ai tanti disastri ecologici accertati, ed a quanti altri ve ne sono nella nostra terra e nei nostri mari, finora le istituzioni non si sono mosse per come avrebbero dovuto e soprattutto per tutelare gli interessi dell’intera popolazione.

La lentezza delle iniziative governative, rispetto alle bonifiche da effettuare sui tanti siti contaminati dei nostri territori e all’avvio di una campagna organica di ricerca di tutte le navi dei veleni inabissati nei nostri mari,  incomincia a preoccupare ed a far sospettare tentativi di depistaggi programmati e di disinformazione.

A risolvere i problemi connessi a questo quadro allarmante fatto da disastri ecologici ed ambientali diffusi su tutto il territorio regionale non può bastare la buona volontà e l’attivismo di un singolo Procuratore della Repubblica o di un assessore regionale, spesso lasciati senza risorse e mezzi.

Non chiediamo rassicurazioni, ma verità provate e dimostrabili, senza alcun elemento di incertezza, soprattutto a noi tutti che siamo i primi soggetti colpiti da questa catena di episodi inquietanti.

Crediamo sia indispensabile, per rendere sostenibile il futuro della nostra regione, essere riconosciuti quale parte attiva entrando nel processo di programmazione e di gestione del ciclo dei rifiuti, dell’energia, dell’acqua, dell’urbanistica e delle problematiche legate alla tutela dell’ambiente e del territorio.

Da qui, dunque, l’idea di costruire un forum di discussione, un luogo fisico dove uomini e donne, soggetti collettivi, associazioni e movimenti di questa regione, possano confrontarsi, dialogare e proporre iniziative concrete per un’azione più incisiva e risolutrice dei problemi.

Dobbiamo discutere e tracciare un percorso, il più unitario possibile, teso a denunciare la crisi ambientale e sanitaria procurata dalla nociva gestione del ciclo dei rifiuti, dalle attuali forme di produzione dell’energia basate quasi esclusivamente su processi di combustione e da una miope politica che punta a realizzare infrastrutture faraoniche dimenticando le reali esigenze dei territori. Viceversa occorre favorire uno sviluppo vero della Calabria che crei nuove possibilità occupazionali, che rispetti e recuperi il nostro territorio, che migliori le condizioni di vita dei calabresi, che difendi l’ambiente e la salute dei cittadini e che tuteli i Beni Comuni e gli interessi concreti delle nostre comunità.

Il Forum punterà, dunque, ad approfondire le tante emergenze ambientali della nostra regione ed a proporre soluzioni condivise. Proprio a questo fine e per facilitare la partecipazione di tutti ma soprattutto per giungere a conclusioni propositive e concrete, il Forum si strutturerà in quattro gruppi di lavoro, che affronteranno le principali vertenze ambientali. Ed in particolare:

1) Acqua e beni comuni

In questo gruppo di lavoro si approfondirà la discussione sulla tutela dei beni comuni in Calabria ed in particolare lo sfruttamento economico delle risorse idriche della regione.

2) Navi dei veleni e rifiuti tossici

In questo gruppo di lavoro si approfondirà la discussione sulle problematiche legate allo smaltimento illegale dei rifiuti tossici in Calabria (Navi dei veleni, scorie nucleari, scorie industriali “Marlane”, il caso Crotone, Cerchiara, Sibari, Cassano Ionio, Amantea – valle del fiume Oliva, Cetraro,etc.)

3) Ponte e infrastrutture

In questo gruppo di lavoro si approfondirà la discussione sulla situazione relativa al progetto di costruzione del ponte sullo Stretto e su tutti gli altri progetti di opere faraoniche, speculative ed aggressive del territorio che proliferano nella regione Calabria. In questo gruppo di lavoro si coordineranno, anche, tutte le azioni legate alla manifestazione del 19 dicembre a Villa San Giovanni contro il ponte sullo Stretto.

4) Ciclo dei rifiuti ed energie

In questo gruppo di lavoro si approfondirà la discussione sul ciclo dello smaltimento dei rifiuti in Calabria (Commissariamento, piano regionale, società miste, discariche, inceneritori ed impianti di smaltimento) e sullo sfruttamento energetico intensivo del territorio.

La discussione nei gruppi di lavoro sarà la base su cui costruire le decisioni da prendere in assemblea plenaria e che riguarderanno anche le prossime iniziative da avviare in Calabria.

I lavori del Forum punteranno soprattutto a:

1)     Preparare un LIBRO BIANCO sull’emergenze ambientali della Calabria. A questo scopo sarà necessario che  tutti i partecipanti realizzino una descrizione dettagliata dei problemi ambientali dei propri territori.

2)     Organizzare al meglio la partecipazione e lo svolgimento della manifestazione del 19 dicembre a Villa San Giovanni contro il ponte sullo Stretto.

3)     Avviare una discussione su come costruire una vertenza ambientale che investa tutta la Calabria

4)     Decidere la denominazione che accomuni le rivendicazioni e le proposte dei comitati e delle associazioni calabresi partecipanti al Forum.

DOMENICA 06 DICEMBRE – LAMEZIA TERME

ORARI E LAVORI

Ore 9:00 Registrazione partecipanti

Ore 9:30 Apertura dei lavori dell’Assemblea Plenaria e presentazione delle iniziative da intraprendere, lettura del documento base e composizione dei gruppi di lavoro

Ore 10:30 Avvio dell’attività dei gruppi di lavoro

Ore 13:00 Pausa pranzo (colazione a sacco a carico dei partecipanti)

Ore 14:00 Ripresa dei lavori in Assemblea Plenaria

Ore 15:00 Fine dell’attività dei gruppi di lavoro

Ore 15.30 Dibattito in Assemblea Plenaria sul lavoro dei gruppi di lavoro – Proposte e deliberazioni finali

ORGANIZZATO DA:

(Altra Lamezia / ARCI Crotone / Associazione Confronti / Ass. Paolab / Associazione Ambientalista “Il riccio” – Castrovillari / Associazione Universitaria “Udu Cosenza” / Beni Comuni Cosenza / Casa della Legalità – Lamezia /CGIL Amantea / Centro Sociale “La Riscossa” / Cib Unicobas / Collettivo Universitario Socio-Politico-Culturale “Filol.8 – Azioni Manifeste” / Collettivo Universitario “P2 – Occupata Comitato Civico “Natale De Grazia” / Comitato Civico Valle Oliva Terre a Perdere / Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”/ c.s.o.a. “A. Cartella”/ FORA di Cosenza / Forum Ambientalista / Movimento Ambientalista del Tirreno / Movimento “Terra, Aria, Acqua e Libertà” – Crotone / Progetto Universitario Unical – “Ateneo Controverso”/ Rete No Ponte / Rosso Cetraro / Rua Sao Joa – Lamezia Terme / TerritoRio T)

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BASTA BUGIE!

3 dicembre 2009 Commenti chiusi

BASTA BUGIE! BASTA PRESE IN GIRO!

AVVIO IMMEDIATO DELLE BONIFICHE E MESSA IN SICUREZZA DEI TERRITORI!

La Calabria si trova, oggi più che mai, vittima di operazioni e interventi devastanti che rischiano di compromettere definitivamente ogni equilibrio ecologico e sociale, rendendo invivibili le condizioni delle comunità calabresi.

Dal Pollino allo Stretto, la lista delle lagnanze di questa terra martoriata si fa infatti sempre più lunga, quanto tragica, e la “scoperta” delle navi a perdere è solo la punta di un enorme sommerso iceberg.

Non può certo bastare la superficiale e sbrigativa risposta offerta dal Governo nazionale sulla vicenda delle “navi dei veleni”: le oltre 30mila persone che hanno partecipato alla manifestazione del 24 ottobre ad Amantea, testimoniano come i calabresi abbiano acquisito la consapevolezza di vivere su terreni avvelenati. Così nella vallata del Fiume Oliva, a Crotone, a Praia, nella sibaritide come nell’aspromontano:  le nostre montagne e i nostri mari per anni hanno svolto il compito di enormi discariche per rifiuti “ingombranti”.

Purtroppo il saccheggio dei territori si manifesta anche attraverso la svendita delle nostre risorse a favore degli appetiti del grande capitalismo internazionale. Così ci ritroviamo la più importante multinazionale al mondo nella gestione dei servizi ambientali, la francese Veolia, a farla da padrona su settori vitali come la gestione di acqua e rifiuti. Così svendiamo le ricchezze del territorio ed assistiamo all’imposizione di inquinanti impianti di produzione energetica in una regione che da decenni ne esporta grandi quantità.

Scelte dissennate, incuria e avidità, sono tra le principali cause del dissesto idrogeologico che caratterizza i nostri territori: la tragedia che ha colpito il messinese poteva essere assolutamente evitata se si fosse messo davanti a tutto la sicurezza della popolazione. Le tremende alluvioni che hanno causato frane e morti e le mareggiate che hanno devastato le nostre coste lo scorso inverno, avrebbero già dovuto mettere in guardia chi di competenza: poco o nulla è stato fatto per rimediare ai tanti disastri, sicuramente niente per la messa in sicurezza.

A fronte di tutto questo, siamo costretti a subire l’ennesima provocazione: l’annuncio della prima pietra del ponte sullo Stretto, una farsa che dura ormai da quarant’anni, che è già costata oltre 520 milioni di euro senza riuscire neanche ad arrivare all’approvazione del progetto definitivo.

Come cittadini calabresi siamo stanchi di essere umiliati da istituzioni e affaristi, di vedere la nostra terra svenduta per i loro interessi.

Basta con le false promesse! Noi vogliamo che i soldi destinati al Ponte vengano impiegati da subito per le opere di messa in sicurezza e di bonifica dei nostri territori; vogliamo che la Regione Calabria, dopo la dichiarazione di contrarietà alla realizzazione del Ponte ed all’adesione alla manifestazione di Villa San Giovanni sia conseguenziale ed esca dalla “Stretto di Messina SpA”; vogliamo che il Governo dia risposte concrete alle emergenze concrete!

Come associazioni ambientaliste, movimenti, comitati calabresi ci incontreremo il 6 dicembre, a Lamezia Terme, per coordinare meglio le nostre forze e risorse sparse in tutto il territorio e unificare i nostri sforzi nella difesa di questa terra.

Per rispondere alla beffa natalizia saremo il 19 dicembre a Villa San Giovanni, per dire No al Ponte sullo Stretto.

IL 23 NOVEMBRE 2009 FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE AL GOVERNO ED ALLE ISTITUZIONI SEMPRE PIU’ LONTANE DALLE POPOLAZIONI

SIT-IN  DAVANTI LE PREFETTURE DI COSENZA, CATANZARO,CROTONE, VIBO VALENTIA,REGGIO CALABRIA.

Tanti luoghi una sola voce

Organizzato da

(Altra Lamezia / ARCI Crotone / Associazione Confronti  / Associazione Paolab / Associazione Ambientalista “Il riccio” – Castrovillari / Associazione Universitaria “Udu Cosenza” / Beni Comuni Cosenza / Casa della Legalità – Lamezia /CGIL Amantea / Centro Sociale “La Riscossa” / Cib Unicobas / Collettivo Universitario Socio-Politico-Culturale “Filol.8 – Azioni Manifeste” / Collettivo Universitario “P2 – Occupata” / Comitato Civico “Natale De Grazia” / Comitato Civico “Valle Oliva Terre a Perdere” / Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”/ c.s.o.a. “A. Cartella”/ FORA di Cosenza / Forum Ambientalista / Movimento Ambientalista del Tirreno / Movimento “Terra, Aria, Acqua e Libertà” – Crotone / Progetto Universitario Unical – “Ateneo Controverso”/ Rete No Ponte / Rosso Cetraro / Rua Sao Joao – Lamezia Terme / TerritoRio T)

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Parlano la madre di Ilaria e il faccendiere Giorgio Comerio

2 dicembre 2009 Commenti chiusi

Articolo pubblicato dal settimanale VIVO

Parlano la madre di Ilaria e il faccendiere Giorgio Comerio

di Raffaella Fanelli

«Non so niente di Ilaria Alpi. E non ho mai avuto, né ho mai visto, il suo certificato di morte». A parlare è Giorgio Comerio, protagonista negli anni ‘90, secondo gli investigatori calabresi, di un gigantesco traffico di rifiuti radioattivi con altri faccendieri, malavitosi e trafficanti d’armi. Non lo abbiamo cercato in Africa, dove ha dichiarato di essersi trasferito, né in Svizzera, in quella casa di Lugano venduta come tutto il resto, ma in Italia, in Liguria, in un paese dell’entroterra. «Sono sempre stato qui, perché dovrei fuggire? Non ho niente da nascondere». Ma era nascosta  nella sua villa di Garlasco  una cartellina gialla con la scritta Somalia e il numero 31. Nella cartella c’era il certificato di morte di Ilaria Alpi. «Le ripeto che non ho mai avuto quel certificato. L’unico certificato di morte trovato in casa mia è quello di mia suocera. E poi che senso avrebbe avuto per me avere il certificato di morte di Ilaria Alpi? Chi me lo avrebbe dato? Il comune di Roma?». Lei conosce Giancarlo Marocchino? «Mai conosciuto. E  perché mai avrei dovuto? Non sono mai stato in Somalia né ho mai frequentato somali.  E’ tutta una bufala, una vergognosa montatura. Se ci fosse stato qualcosa non sarei qui ma in carcere… Nessun reato è mai emerso, smettetela di indicarmi come il  boss delle scorie nucleari». Giorgio Comerio chiude la conversazione. E la porta di casa. Dice di non aver mai avuto  rapporti con Giancarlo Marocchino, il discusso imprenditore italiano tirato in ballo da  Francesco Fonti, il pentito della ‘ndrangheta autore delle clamorose rivelazioni sulle navi dei veleni affondate nel Mediterraneo. Giancarlo Marocchino, secondo Fonti, avrebbe messo a disposizione uomini e mezzi necessari a scaricare le navi cariche di rifiuti tossici e armi… «prendevano i bidoni di scorie e come pagamento le casse di armi. Preferivano quelle ai soldi». E sempre secondo Fonti sarebbe stato Giancarlo Marocchino, grazie alle sue amicizie, ad evitare fastidi e controlli. Dichiarazioni confermate dal pentito anche la scorsa settimana a Roma, davanti al pm Giancarlo Amato che da un anno e mezzo segue quell’inchiesta che il gip Emanuele Cersosimo non ha voluto archiviare. L’inchiesta  sulla morte di Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa in Somalia il 20 marzo del 1994 insieme a Miran Hrovatin. Ma Fonti di quel duplice omicidio dice di non avere notizie precise, almeno non dirette. Perché avvenuto nel 1994, lo stesso anno in cui aveva iniziato a collaborare. A parlare. Eppure solo di recente,  nel 2004,  ha detto di questo traffico di rifiuti tossici. Non prima. Ha accusato Giancarlo Marocchino che da Mogadiscio lo ha querelato. Francesco Fonti ha anche rivelato di aver avuto più volte contatti con Marino Ganzerla, imprenditore di Pavia domiciliato in Svizzera, socio di Giorgio Comerio.  Addirittura ha detto di aver  ricevuto (ma la circostanza non è mai stata dimostrata)  dall’imprenditore somme di denaro in cambio dello stoccaggio di ingenti quantitativi di rifiuti tossici in Somalia. Ma facciamo un passo indietro.  Giancarlo Marocchino. fu la prima persona a vedere i cadaveri di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, lui a ordinare che venissero caricati sulla sua vettura. Lui a ritrovare il block notes della giornalista e le videocassette di Miran. «E mancano le registrazioni», ricorda Luciana Alpi, la mamma di Ilaria. «Mia figlia prima di essere uccisa aveva incontrato il  sultano di Bosaso. Ricordo che nella sua deposizione davanti alla commissione  parlamentare il sultano disse   di essere stato intervistato per quasi tre ore da Ilaria e Miran. Eppure il nastro ritrovato contiene solo 25 minuti di video e nessuno ha saputo spiegarne il motivo. Un’intervista che era stata realizzata soprattutto per confermare, in sostanza, le fonti. Questo ha raccontato il sultano, Ilaria era al corrente sia del traffico d’armi sia del traffico di rifiuti e da lui voleva solo una conferma. Sono, dunque, molti i punti che non sono mai stati approfonditi, come anche la storia delle minacce ricevute da Ilaria. Nonostante queste dichiarazioni, però, non è successo nulla». E sono 26 i punti che il nuovo pm Giancarlo Amato ha avuto l’incarico di analizzare. Eppure in quei punti manca Giorgio Comerio. Nessuno ha pensato di convocarlo nonostante quel certificato di morte di Ilaria Alpi che il  capitano Natale De Grazia avrebbe trovato nella casa di Garlasco di proprietà del noto faccendiere. «Esatto, continua Luciana Alpi. Noi quel certificato  ancora non lo abbiamo, e sono passati 15 anni dalla morte di mia figlia. Ma gli inquirenti non hanno nessuna perplessità su questa persona che aveva in mano, chissà come, questo documento oltre a  un dossier sulla Somalia, carte poi sparite, “prelevate” dall’archivio della procura di Reggio Calabria. E Natale de Grazia  ha perso la vita per niente…».

«Anche per  Ilaria e Miran si è trattato di delitti su commissione. Per avere un colpo alla nuca qualcosa di grosso avevano trovato. Non si deve dimenticare che entrambi sono stati freddati da un solo colpo… non sono morti in un conflitto a fuoco. Quella è stata un’esecuzione. Sono spariti anche tre block notes di Ilaria, fogli con numeri telefonici».

E non per niente Fadouma Mohamed Mamud, figlia dell’ex sindaco di Mogadiscio, dichiara a verbale il 16 giugno 1999: «Ilaria mi aveva dichiarato che seguiva una certa pista, una pista abbastanza pericolosa  di cui non dovevo parlare con nessuno. Si interessava a certe cose orrende che venivano fatte sulle coste della Somalia, che venivano scaricate sulle nostre coste, sul mare dei rifiuti tossici». Tutte dichiarazioni raccolte dalla    Commissione parlamentare presieduta da Carlo Taormina «Non mi parli di commissioni per carità… meglio i magistrati che non fanno niente di chi lavora   per  screditare l’indagine o inventarsi nuove piste per allungare i tempi. Il fatto è che sono enormi  gli interessi e importanti le persone in ballo. I mandanti dell’omicidio di mia figlia sono italiani. O meglio ci sono anche italiani in mezzo. Sono tanti gli indizi ma mancano le prove. E quelle vanno cercate con un’inchiesta seria».   Intanto noi di Vivo abbiamo cercato  nella vita di Giorgio Comerio. Fra le carte e i fascicoli che abbiamo avuto la possibilità di visionare c’è anche la deposizione di una donna, M.L.N.,  compagna di Comerio dal 1986 al 1992. Di lei scriviamo solo le iniziali perché ci chiede di non essere «ancora tirata in ballo in questa brutta storia. Sono una persona normale, ho 61 anni, insegno informatica in una scuola di Milano, e voglio solo dimenticare Giorgio Comerio. Se me lo ritrovassi davanti farei finta di non conoscerlo. Quelli con lui sono stati gli anni più brutti della mia vita… ma una donna quando è innamorata non riesce ad essere razionale. A capire».  Lei nel 1995 parlò dei traffici di Comerio… «Mi disse di    appartenere ai servizi segreti… mi confidò pure che per conto del governo di un paese sudamericano  aveva avuto incarico di vendere armi ad altri Paesi». Ma c’è un altro particolare interessante che emerge dalla dichiarazioni di M.L.N, l’amicizia di Comerio con due fratelli italiani da lui stesso definiti “mafiosi”. «Sì … tra la fine del ‘92 e l’ini­zio del ’93. I contatti c’erano stati per la vendita delle armi».  Dichiarazioni, indagini, e morti. Ma nessun processo, nessuna condanna.  Tutte le indagini si sono sempre concluse con un nulla di fatto. Nonostante le tracce inconfutabili di patti scellerati, il 14 novembre del 2000, il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria  archivia l’inchiesta scrivendo che «certamente c’è traccia di un  disegno criminale di smaltimento in mare di rifiuti radioattivi ordito da Giorgio Comerio e dai suoi complici, tutti soci della Holding O.d.m. », ma che «mancano elementi che consentano di ricondurre in tale program­ma l’affondamento delle navi Rigel e Ros­so, non essendo emerso che le stesse tra­sportassero rifiuti radioattivi». E la storia, oggi, rischia di ripetersi.

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