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Archivio per novembre 2014

Registro tumori. Ecco perchè quello di Cosenza-Crotone stenta a partire

29 novembre 2014 Commenti chiusi

E’ uno strumento importante per monitorare le malattie oncologiche, ma quello di Cosenza ancora non è stato accreditato presso l’Airtum. Le cause: “lungaggini burocratiche e scarse risorse umane”.

di Bruno Pino

Cosenza, 27/11/2014 – Quando ce n’eravamo occupati a dicembre 2013, il Registro tumori di Cosenza e Crotone pareva sul punto di essere accreditato dall’Airtum (associazione che coordina i Rt italiani e che svolge attività di raccordo metodologico). Invece, si registrano ritardi sulla tabella di marcia, probabilmente dovuti ai concomitanti impegni dell’equipe medica che si dedica alle attività di registro e a quelle di screening oncologico. Una dotazione di pochi addetti, tra medici e rilevatori, che l’Asp dovrebbe potenziare per procedere con maggiore solerzia. Altrimenti si rischia seriamente di vanificare l’impegno profuso da parte degli operatori, ed il lavoro sinora realizzato.

Tra i progressi fatti dal team del Registro che comprende le province di Cosenza e Crotone (popolazione di riferimento 850 mila residenti), si possono annoverare la raccolta dei dati delle tre annualità 2006-2008, e l’acquisizione di un “datawarehouse”, una banca dati, a costo zero, frutto della collaborazione tra Dipartimento informatico dell’Unical ed Asp di Cosenza. Tuttavia, non è stata ancora avanzata, segno che non tutto è pronto, la richiesta di accreditamento all’Airtum. Un requisito fondamentale – così prescrive il regolamento dell’associazione – che certifica la conformita dei dati e delle procedure agli standard qualitativi ritenuti necessari al fine di contribuire alla Banca Dati. Si prevedono, dunque, tempi più lunghi. Tant’è che «il processo di accreditamento – come ci ha detto Emanuele Crocetti, segretario nazionale Airtum – richiede non solo che la registrazione sia iniziata ma che sia in corso da tempo come processo consolidato». E che prevede come ulteriori step, insieme all’invio contestuale della casistica inerente i dati di incidenza, mortalità e popolazione relativi ad almeno tre anni consecutivi, la valutazione della Commissione, con eventuali richieste di chiarimenti, una “site-visit” valutativa, e, quindi, la relazione finale che darà il via libera.
Il Registro Tumori della Calabria era stato istituito con delibera di Giunta regionale del marzo 2010. Il solo che sinora fa parte delle rete Airtum è quello della provincia di Catanzaro (direttore Antonella Sutera Sardo), attivo già dal 2003, istituito formalmente nel 2008, ed accreditato dall’Airtum nel 2010 (le cui pubblicazioni dal febbraio 2013 sono state accettate anche dall’IARC, l’International Agency for Research on Cancer), al quale ora è aggregato anche il Rt di Vibo. Quello di Cosenza e Crotone (dir. Anna Giorno) è istituito formalmente invece dal 2008, mentre quello di Reggio Calabria (dir. Filomena Zappia) è del febbraio 2013. Tutti i tre RT sono coordinati dal Dipartimento regionale di Tutela della Salute.
Lo scorso anno, tra dicembre 2013 e marzo 2014, della questione se n’era occupata, con diverse sedute, la Terza Commissione del Consiglio regionale, sedute nel corso delle quali erano stati auditi comitati civici e associazioni ambientaliste di tutta la regione, che avevano chiesto una velocizzazione dell’operatività dei registri e, prima ancora, la realizzazione delle bonifica dei tanti, troppi, territori inquinati di questa nostra martoriata Calabria. Un’attività istituzionale che ha prodotto, poi, un ampio dossier inviato pure al Ministero della salute. Al di là di queste buone intenzioni, però, ad un anno di distanza, non si registrano novità di rilievo.
Eppure, è di tutta evidenza che il Registro Tumori è uno strumento fondamentale per monitorare l’incidenza delle malattie oncologiche, la loro diffusione territoriale, e le fasce di popolazione coinvolta. Necessario ed utile per risalire scientificamente alle cause di insorgenza dei tumori, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, e per poter calibrare di conseguenza azioni sanitarie di prevenzione. Il diritto alla salute è una priorità ineludibile. Come priorità ineludibili – e gli amministratori regionali non potranno sottrarsi al compito di reperire le risorse necessarie – sono le bonifiche ambientali da fare, che abbisognano di parecchi milioni di euro. Solo per quella della valle Oliva vicino Amantea (Cs), tanto per fare un esempio, servono circa 21 milioni di euro.
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Il Quotidiano della Calabria, 27 Nov. 2014 - pag. 18

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Atti intimidatori. “Tracciare una linea di confine tra Stato e antistato e cancellare le zone d’ombra”

11 novembre 2014 Commenti chiusi

Il comitato De Grazia interviene sugli atti intimidatori di stampo mafioso subiti dagli amministratori comunali di Amantea. “Per sconfiggere la mafia che è intorno a noi bisogna prima sconfiggere la mafia che è dentro di noi”

 AMANTEA, 10/11/2014 - Il Comitato civico “Natale de Grazia” esprime solidarietà agli amministratori comunali di Amantea che hanno recentemente subito gravi atti intimidatori di stampo mafioso e ci associamo alla unanime condanna espressa dalla parte più sensibile e migliore della società civile.

Come Associazione che porta avanti da diversi anni battaglie strettamente connesse al fenomeno dell’illegalità e della criminalità organizzata, con particolare attenzione ai reati ambientali che provocano gravissimi danni alla salute dei cittadini, crediamo che l’intera comunità locale, se vuole veramente contribuire a sanare il suo corpo malato di mafiosità, debba andare oltre la solidarietà occasionale.

Affinché anche questa volta, come altre volte nel passato, l’impegno delle istituzioni e dei cittadini non si esaurisca in una manifestazione pubblica, in un documento inviato alle autorità, in tanti buoni propositi, poi disattesi, bisogna invertire rotta e prendere atto della necessità di costruire un itinerario lungo e difficile che realizzi veramente una cultura antimafiosa nelle coscienze singole ed in quella collettiva. Noi crediamo che ad Amantea la lotta contro il radicamento dei gruppi criminali, richieda un impegno corale coraggioso e continuo, sia da parte delle istituzioni che dei singoli cittadini; e che occorre introdurre un’etica della legalità e della responsabilità di tutti e di ognuno. Nessuno deve pensare che quanto accaduto agli odierni amministratori sia una parentesi infelice in una comunità sana, perché negli ultimi trentacinque anni si sono succeduti episodi anche più gravi  che  occorre sempre ricordare, ma che non hanno insegnato molto alle amministrazioni comunali ed ai singoli cittadini di Amantea. E’ necessario tracciare una netta linea di confine tra istituzioni e criminalità, tra Stato e antistato eliminando le zone d’ombra.

Per invertire rotta ed avviare un lungo cammino di rinascita della città occorre a) che le istituzioni, quella comunale in primo luogo, devono perseguire sempre il principio dell’assoluta legalità e trasparenza in ogni loro decisione, per traslarla sul comportamento di ogni singolo cittadino; b) che i reati edilizi, ambientali, tributari, stradali, commerciali devono essere perseguiti con il massimo rigore e vigore, senza indecisioni, clientelismo elettorale o tutela familiare; a tal fine occorre realizzare una diversa sinergia tra Polizia municipale e forze dell’ordine statali presenti sul territorio. c) occorre realizzare una politica giovanile che finora è mancata e che neanche l’attuale amministrazione sta avviando; nello specifico, bisogna creare spazi sociali per i giovani, luoghi di incontro che facciano preferire una vita associativa sana all’anomica vita di strada che favorisce in loro la crescita di un’etica utilitaristica ed individualistica, rendendoli così facile preda dei reclutatori mafiosi; d) è necessario favorire  ed incentivare l’attività delle numerose Associazioni  operanti in città, che hanno l’obbligo morale di attuare iniziative e forme organizzative che attraggano i giovani. A tal fine vanno loro garantite anche sedi opportune ed idonee agli scopi, utilizzando sia la Casa delle culture che il convento di S. Bernardino, ma anche la Casa Cantoniera di Campora; queste strutture pubbliche dovranno essere impiegate per una funzione sociale che finora è mancata (ludoteche, mediateche, cineforum, sale  musicali, ecc.) d) le parrocchie sono chiamate a svolgere, come loro missione importantissima, un’azione di socializzazione dei giovani e giovanissimi, riattivando forme associative in scomparse da tempo; e) dovrà essere riorganizzata la Biblioteca comunale, da aprire al pubblico anche nelle ore pomeridiane, presso la Casa delle Culture che consente  facile raggiungibilità ed ottimale utilizzo del luogo. f) occorre costruire un rapporto più stretto tra amministrazione comunale e scuole; a tal fine proponiamo l’istituzione di una borsa di studio, permanente, da assegnare ai migliori lavori prodotti dagli alunni, e fissando una giornata di premiazione a scadenza annuale, che sia anche una “giornata antimafia” celebrata nell’auditorium della Casa della Cultura.

Queste,  e tante altre ancora, sono le cose che si possono fare affinchè diventino costume di ogni cittadino i valori della legalità e della solidarietà, l’importanza della cultura e del sapere, il rispetto degli altri, l’amore per l’ambiente ed il territorio, l’impegno a  voler rendere migliore la propria città, a farla rinascere scrollandosi di dosso la sua storia negativa degli ultimi decenni. Non solo gli amministratori e coloro che svolgono ruoli specifici nella lotta alla criminalità ma essenzialmente tutti noi cittadini di Amantea dobbiamo convincerci che per sconfiggere la mafia che è intorno a noi dobbiamo anche sconfiggere la mafia che è dentro di noi.

 

COMITATO CIVICO NATALE DE GRAZIA

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