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Amantea, Rifugiati. Le associazioni chiedono un immediato intervento “prima che la situazione precipiti”

17 luglio 2012

I rifugiati: “Abbiamo una dignità da difendere e un futuro per il quale lottare. Ad Amantea siamo stati letteralmente deportati. “

Foto: Webiamo.it

Amantea, 17, Lug. 2012 - Più che in altre circostanze precedenti, ha destato viva preoccupazione la recente protesta dei migranti ospitati ad Amantea e sfociata nell’azione di blocco materiale di un’auto con all’interno una donna, responsabile della struttura che accoglie i rifugiati, e del proprio figlio. Atto non giustificabile con alcuna scusante, esecrabile e intollerabile.

Ciò specificato resta però il fatto che negli ultimi tempi le proteste e le rimostranze da parte dei rifugiati si susseguono in continuazione. Segno evidente di un malessere e di uno stato di persistente disagio che va affrontato con serietà e responsabilità dagli organismi competenti e risolto con chiarezza.

Donde derivano le proteste dei migranti?

- Dalla mancata concessione del permesso di soggiorno e dei successivi documenti d’identità che permetterebbe loro di essere liberi e muoversi nel territorio nazionale;

- Dalle condizioni in cui sono costretti a convivere all’interno della struttura ospitante.

Noi crediamo che si possa fare chiarezza in tempi rapidi su entrambi i problemi. Esistono certamente leggi e regolamenti nazionali e internazionali che dettano le regole da rispettare e criteri di assegnazione cui attenersi per il rilascio dei documenti di identità ai rifugiati. Tant’è che alcuni dei migranti stessi hanno potuto usufruire di tali benefici. Sono criteri univoci o suscettibili di varie interpretazioni a seconda dell’organismo o ente locale che valuta le richieste?

Gli organismi competenti dovrebbero, perciò, in tempi accettabili decidere in merito e stabilire chi ha diritto alla concessione del documento di identità e chi no. E agire di conseguenza.

Anche sul secondo problema sollevato si tratta di intervenire al più presto, considerato che la situazione è conosciuta, nonché denunciata da più parti, da più di un anno. È vero che la struttura non ha la capacità di ospitare decentemente e dignitosamente circa 140 persone? Che le condizioni igienico-sanitarie sono gravemente insufficienti? Che la convivenza tra le varie etnie e religioni risulta compromessa per il continuo disagio determinato dalla qualità di vita e dai conflitti interpersonali?

Dalle dichiarazioni rilasciate dagli stessi migranti agli organi di stampa risulta chiaramente che non vogliono restare ad Amantea “dove siamo stati letteralmente deportati” e che fin tanto che sono costretti a fermarsi rivendicano condizioni di dignità “… noi abbiamo una dignità da difendere e un futuro per il quale lottare …”. Risulta anche che gli enti e gli organismi incaricati dell’organizzazione dell’accoglienza in Calabria e della gestione dei migranti (Regione Calabria, Protezione civile regionale, ecc.) hanno accentrato ogni decisione senza dialogare con l’Amministrazione locale, con le associazioni, le organizzazioni cittadine. Come se le conseguenze del loro operato non si riflettessero sulla città e sui suoi cittadini. Le operazioni di polizia successive alle proteste non possono risolvere i problemi che preesistono. Si tratta allora di dimostrare la volontà di risolvere con trasparenza e capacità e con l’applicazione delle leggi lo stato di questa umanità derelitta giunta fino alla nostra terra. In altre regioni d’Italia l’accoglienza ha funzionato non ammassando in poche zone i migranti, garantendo i servizi essenziali e il rispetto della dignità della persona.

È responsabilità degli organismi di gestione e degli apparati amministrativi attivarsi prima dell’ennesima protesta dei rifugiati, prima di qualche escalation violenta, prima che crolli la forza di sopportazione.

Si tratta allora di agire di conseguenza senza altro obiettivo che quello della giusta soluzione del problema dimostrando di voler smentire nei fatti la denuncia degli immigrati “Siamo stati consegnati nelle mani di persone che da più di un anno ci tengono in ostaggio e non riusciamo a comprendere i meccanismi burocratici che impediscono di dare risposte ai nostri problemi”.

Firmato dalle Organizzazioni:
Auser Amantea
Cgil Amantea
Lega Spi Amantea
Comitato civico Natale De Grazia
Movimento Agende Rosse Calabria
Il Tassello onlus
Associazione Bretia
Coordinamento Territoriale Associazioni del Distretto Socio-Sanitario di Amantea

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