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Comitato De Grazia solidale con familiari vittime della mafia

14 gennaio 2010

17° anniversario dell’assassinio del giornalista Beppe Alfano

Il Comitato De Grazia solidale con Familiari vittime della mafia.

A Barcellona il silenzio e l’indifferenza uccidono più del piombo.

La testimonianza di un’attivista

beppe alfano targa

Barcellona Pozzo di Gotto (ME) – 8 gennaio 2010, Le premesse non erano buone per la giornata di oggi.Un clima poco sereno a Barcellona per la commemorazione di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia l’ 8 gennaio 1993: locandine staccate dai muri, persone che negli anni precedenti hanno contestato questa giornata, accusando la famiglia Alfano di screditare il paese, ma si possono staccare le locandine, ma mai il ricordo di un uomo onesto che ha dedicato la sua vita alla legalità, non si può staccare il senso di giustizia che si porta nel cuore, non si può rimuovere ai figli e alla moglie di Beppe Alfano il vuoto che egli gli ha lasciato come padre e marito, non si può togliere a questa famiglia il sacrosanto diritto di ricordarlo e gridare che la mafia esiste e l’uccisione crudele di questo giornalista ne è la prova, come tutte le altre vittime della mafia, si perché sono vittime che diventano simbolo della lotta e della legalità.
Sonia Alfano, prima figlia di Beppe Alfano, eurodeputata, ringrazia i giovani scesi da Roma, Napoli, Matera, Falerna; perché dopo 17 anni si sente circondata da persone, per stare accanto alla famiglia. Le sue lacrime scendono, è commossa, sono lacrime liberatorie, lacrime di tanta solitudine. L’ascolto e sento quel dolore, lo stesso dolore che avverto durante la Messa in memoria del padre. Il prete nell’Omelia ricorda il funerale di Beppe Alfano. Parla di quel giorno, quando disse a Sonia che dovrà essere lei ad occuparsi della famiglia e in particolar modo di Chicco. Il prete quel giorno di 17 anni fa, chiama Sonia allaresponsabilità, lei che pur coperta di forza e tenacia, è in quel momento una donna, una figlia che ha perso il padre, è con il proprio dolore, la rabbia per gli assassini, un essere umano con mille domande in testa. Ma, si sa, ci sono persone che devono crescere in fretta, devono diventare donne/uomini in fretta per le circostanze della vita, e tutto ciò che può sentire lei in quel momento dentro di sé, pian piano lo trasforma in forza e va avanti, non deludendo il parroco, la famiglia e tutti coloro che credono in una giustizia onesta, senza violenza, non deludendo principalmente suo padre e i principi per cui lui si è battuto sempre in vita.

alfano-beppe
Và avanti chiedendo giustizia, seminando legalità, passo dopo passo si circonda di persone che hanno voglia di cambiare, sono poche, ma non per lei, che di solitudine ne ha vissuto tanta. Dopo 17 anni di solitudine, di mancanza di solidarietà, non si sente sola in quel paese, dove gli hanno strappato una parte importante della sua vita: scendono le lacrime, sono mie le lacrime, sono miei gli occhi sofferenti e a volte persi di Chicco, sento mio quel vuoto e quella sete di giustizia e legalità che sono nei tre figli di Beppe Alfano, non può non appartenerci un dolore così grande. Lacerante, però, è anche il silenzio di questi cittadini, mi chiedo: chi intendono proteggere? Come si fa a chiudere gli occhi di fronte ad una fatto così evidente, ad un dolore così tangibile? Lo striscione attaccato al muro della Sala Consiliare di Pozzo di Gotto dice, urla:
“ A BARCELLONA IL SILENZIO E L’INDIFFERENZA UCCIDONO PIU’ DEL PIOMBO – Familiari Vittime di Mafia”.
Un silenzioso corteo và verso Viale Marconi, dove c’è la targa in memoria di Beppe. Silenzio, ma c’è anche gente di Barcellona che si avvicina, forse per guardare solamente. Sanno, sì loro sanno cosa siamo venuti a fare li, io mi soffermo a leggere queste parole, scritte sulla targa:
”A Beppe Alfano – Giornalista – Una Voce Di Verità Barbaramente Stroncata Dalla Mafia”
Ritorniamo alla Sala,con passo lento, gridiamo”Beppe Alfano è uno di noi” .
Inizia il convegno organizzato dalla famiglia Alfano, relatori: Gioacchino Genchi, l’On. Antonio Di Pietro, l’Eurodeputata Sonia Alfano, il Senatore Lumia. Sono interventi forti, con nomi e cognomi della criminalità, della mafia. Sono interventi che fanno uscire anche una volta la verità su quell’omicidio e anche su persone che continuano a fare politica, stare tra la magistratura e non sono puliti per niente. Sono interventi che si rivolgono soprattutto ai noi giovani: di non mollare, di combattere e denunciare, di credere nel cambiamento e di non spegnere la luce della speranza.
Genchi nel suo intervento dice “ IL RICORDO FA PAURA, LA RETE FA PAURA” ed io aggiungo l’unione di persone oneste che sanno la verità fa sempre paura. E riguardo alla RETE anche l’On. Antonio Di Pietro dice qualcosa: “ non è più tempo di dividere la destra e la sinistra, ma dividere le persone oneste da quelle disoneste”.
Beppe Alfano Una voce di verità: come poche ancora oggi dopo 17 anni, dava voce alla verità, cosi come fa oggi la figlia Sonia, e i suoi fratelli. Grintosa, testarda a proseguire questo cammino di legalità e verità, lei conosce la verità.
Il suo intervento è così traboccante di autenticità e coraggio. Ringrazia ancora una volta noi giovani venuti da fuori regione, ma ringrazia anche i giovani di Barcellona che l’hanno contattata tramite Facebook.
È dolce la sua voce, materna, quasi come se volesse proteggere tutti quei figli di Barcellona, forse è questa dolce determinazione che spaventa la gente di Barcellona, perché io ne rimango colpita e quasi affascinata, perché dovrebbe esserci rancore, rabbia,per questa gente che è li silenziosa, invece no Sonia è una donna che ha sofferto e alcune ferite sono ancora aperte, non chiede vendetta, non si arrabbia di fronte a questo muto scenario, comprende le paure delle persone, lei si arrabbia con gli uomini di mafia, non con la gente che definisce “vittime della mafia”. Qualcuno l’ha accusata di aver usato il nome del padre per entrare in politica, lei risponde “ Non ho usato il nome di mio padre, anche perché è anche il mio. E poi la politica è di tutti”. Si, la politica dovrebbe riempire gli uffici di persone oneste, e di persone che sono capaci di guardare il bene comune e non sono i propri interessi.
La giornata sta per terminare, saluti, ringraziamenti, abbracci. Sono io a ringraziare la famiglia Alfano, perché mi hanno fatto capire che gli ostacoli non mancano, lungo un percorso ci sono momenti che trovi le buche sotto i piedi e ti rendi conto che le hanno create per farti cadere nella loro “rete”, ma bisogna avere la forza di rialzarsi e non aver paura di camminare, di schierarsi dalla parte della verità, di urlarla, ma anche di sapere aspettare di urlare.
Mi sono sentita libera e una di loro, combattere certi sistemi mafiosi non è facile, ma oggi so che non siamo soli, che il sole fatica a sorgere, ma esiste per tutti.
Due arcobaleni, uno sull’altro, sono apparsi nel cielo di Barcellona, dietro nuvole nere, e i colori dell’arcobaleni erano più visibili, sorrido e ringrazio Dio per questa bellissima giornata di verità, legalità, dove si respirava il profumo del cambiamento. Emotivamente forte, semplicemente vera e allora di cosa si può aver paura?
Il pullman partito da Roma, per arrivare a Barcellona, per stare attorno alla famiglia Alfano, sta per partire. Non abbiamo, noi giovani, paura di manifestare la nostra indignazione verso la mafia, noi giovani (e non solo perché ci sono tanti 50enni) sentiamo dentro il senso di responsabilità non solo verso la propria Regione, ma ovunque, laddove la mafia ha deciso di abitare e mettere radici, siamo scesi per sradicare un sistema malato, un sistema malavitoso che non guarda in faccia nessuno e mette radice in qualsiasi luogo: imprese, aziende, politica, scuole, case, si estende a macchia d’olio per provocare danni e guardare i loro interessi personali.
Siamo scesi per gridare che la mafia esiste e non abbiamo dubbi: NOI SIAMO l’ANTIMAFIA! E andremo avanti, semineremo semi di verità e legalità dappertutto, in ogni luogo, in ogni angolo di questa terra, vogliamo insieme a tutte le persone oneste portare il fresco profumo della legalità, perché oggi abbiamo ricordato Beppe Alfano, ma voglio ricordare anche Giuseppe Fava, altro giornalista ucciso dalla mafia, che disse “se non si è disposti a lottare, a che serve esser vivi ?”
Appunto amici, a te Sonia Alfano, donna che hai colmato il tuo cuore dei valori di tuo padre, che stai seminando con la tua dolcezza e determinazione semi d’amore vero : NON MOLLIAMO, sempre insieme verso la LIBERTA’!!!
Francesca Munno
Attivista Comitato civico Natale De Grazia

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