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Valle Oliva. Procura ricorre in Cassazione contro scarcerazione

24 febbraio 2012

La Procura ritiene legittimo l’arresto di Coccimiglio mentre il Tdl di Catanzaro parla di «macroscopica lacuna investigativa»

di Paolo Orofino su il Quotidiano della Calabria

AMANTEA, 24 febr. 2012 – “Errori logici e travisamento dei fatti nelle motivazioni del Riesame”. Questa è l’essenza del ricorso in Cassazione del procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano. Questi si è rivolto ai supremi giudici per ribaltare la decisone del tribunale del Riesame di Catanzaro, che ha annullato l’arresto cautelare disposto nei confronti dell’anziano imprenditore amanteano Cesare Coccimiglio, nell’ambito del procedimento giudiziario sul “disastro ambientale” riscontrato nella vallata del fiume Oliva, area da anni sottoposta a speciali investigazioni, per via dell’inquietante sospetto, che in essa siano stati clandestinamente interrati rifiuti pericolosi o, addirittura, scorie radioattive.

Tutti i dubbi nascono dal misterioso spiaggiamento della motonave Jolly Rosso, che si arenò sulla spiaggia di Amantea, nel lontano 14 dicembre del 1990. Coccimiglio, arrestato dal gip di Paola e liberato dal Tdl distrettuale, è titolare di un’impresa nel settore dell’edilizia, con sede proprio nei pressi del torrente Oliva. L’uomo di 75 anni è accusato di responsabilità penali in ordine al grave inquinamento accertato in diversi siti della zona, dove, negli anni, sono stati sotterrati ingenti quantità di sostante nocive e materiali di risulta.

L’istanza che il procuratore Giordano ha inviato alla Corte di Cassazione si prefigge l’arduo obiettivo di scalfire l’ordinanza del collegio giudicante del Riesame, che ha totalmente accolto il ricorso dell’avvocato Nicola Carratelli, difensore di Coccimilgio, che si era opposto alla misura cautelare applicata al suo assistito. I giudici del Tdl nella motivazioni a supporto della loro sentenza sono stati chiari, ravvisando nell’impianto accusatorio della magistratura inquirente “macroscopiche lacune investigative” e “carenza di gravi indizi di colpevolezza” a carico dell’imprenditore indagato.

«Questa macroscopica lacuna investigativa – recita un passo dell’ordinanza del Tdl – non può, dunque, essere colmata neppure dall’affermazione, nondimeno apodittica, secondo cui, l’impresa del Coccimiglio avrebbe agito in maniera esclusiva nelle aree in questione. Tale asserzione, infatti – aggiungono i giudici del Riesame – suscita di per sé, già qualche perplessità, non tanto in relazione al rilevante arco temporale di cui si discute, ma in special modo, con riferimento all’ampissimo territorio che risulta coinvolto e che comprende diversi comuni del cosentino».

Prove insufficienti, quindi, per giustificare una misura restrittiva come la custodia cautelare. La procura di Paola, invece, è convinta del contrario, vale a dire del fatto che ci si siano elementi sufficienti per l’incriminazione e l’arresto preventivo di Coccimiglio. Per questo è già pronto il ricorso contro la decisione del Tdl di Catanzaro. Si ricorda, infine, che nella medesima inchiesta sono implicate altre persone, su cui sono stati già compiuti una serie di accertamenti, di cui si attendono gli esiti che dovrebbero essere ormai in dirittura d’arrivo.

Tutta l’indagine per cercare di capire l’origine dell’inquinamento presente nella valle dell’Oliva è ancora in corso. Una vicenda che ha tenuto a lungo con il fiato sospeso i residenti della zona dove alcuni studi affidati dalla Procura ad esperti del Dipartimento Salute della Regione hanno sottolineato l’alta presenza di malattie tumorali.

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