12 settembre. Navi dei veleni, un anno dal “caso” Cetraro.
Ad un anno dal caso Cunsky-Catania siamo insoddisfatti per come lo Stato italiano affronta il fenomeno delle navi dei veleni. Dopo aver chiuso frettolosamente e con un’operazione nebulosa il caso Cetraro (in quella zona vi sono più relitti che forse andava la pena scandagliare) un nuovo velo è stato disteso sul traffico dei rifiuti pericolosi. Gli Stati, in particolare quello italiano, sono abituati ad occuparsi di queste vicende solo quando diventano un caso mediatico e quando si accende la protesta delle popolazioni, poi torna il silenzio e l’indifferenza. Ormai sono troppi gli atti ufficiali che confermano l’esistenza del fenomeno delle “navi a perdere” ma non sembra esserci la volontà, né un adeguato coordinamento tra le varie istituzioni coinvolte (Procure, Governo, Commissioni ecc), per andare alla ricerca di tali navi e ripulire il Mediterraneo dai veleni contenuti nelle loro stive.
Stiamo seguendo con particolare attenzione le operazioni nel fiume Oliva, dove la caparbietà del procuratore Bruno Giordano ha permesso a varie autorità di sedere allo stesso tavolo per coordinare le azioni necessarie ad attuare un adeguato piano di caratterizzazione, che permetta di verificare quali sostanze siano seppellite nell’alveo del fiume. Fra qualche giorno dovrebbero arrivare i primi risultati ufficiali delle analisi condotte sui campioni di terreno prelevati durante i carotaggi, poi cercheremo di esercitare la pressione necessaria (sperando non ce ne sia bisogno) affinché sia effettuata la bonifica in tempi certi e brevi. Non vogliamo che l’Oliva diventi un’altra Crotone, o che i rifiuti giacciano lì per decenni come le ferriti di zinco nella sibaritide. Per tale ragione il prossimo 24 ottobre, ad un anno dalla Manifestazione di Amantea (http://www.comitatodegrazia.org/Blog/manifestazione-nazionale-24-ottobre-09) è prevista un’iniziativa pubblica per sollecitare le istituzioni competenti ad intervenire con urgenza.
Comitato civico Natale De Grazia