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Aiello, il comune non si costituisce parte civile nel processo Valle Oliva e la minoranza interroga il sindaco

16 dicembre 2012

AIELLO C., 29 nov. ’12 - Nel  corso di un recente evento pubblico il presidente del comitato De Grazia aveva evidenziato come nel processo giudiziario che avrà inizio nella prossima primavera saranno tutelati gli interessi dei cittadini che vivono intorno alla valle dell’Oliva dato che quasi tutti i comuni interessati si sono costituiti parte civile.
«Processo nel quale il comitato intende essere presente – aveva dichiarato Posa in seguito all’esclusione del “De Grazia” dalle parti ammesse – perché vogliamo dare il nostro contributo a fare chiarezza su quanto avvenuto in questi anni nel fiume Oliva». Attualmente le parti civili ammesse nel procedimento giudiziario sono i comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello tranne Aiello Calabro che non ne ha fatto richiesta. «Invitiamo i cittadini di Aiello – ha detto Posa – a chiedere con decisione ai propri amministratori, anche attraverso una petizione pubblica se necessaria,  di costituirsi parte civile, per far tutelare gli interessi della comunità».

L’appello sembra essere stato raccolto dalla minoranza che siede in consiglio comunale che ha rivolto al sindaco un’interrogazione.
Perché il comune di Aiello Calabro non si è costituito parte civile nel processo relativo all’inquinamento nella vallata dell’Olivo, come invece hanno fatto gli altri comuni interessati?

Il sindaco Franco Iacucci

A chiederselo è Alleanza di Progresso per Aiello che ha presentato una interrogazione ad hoc al sindaco Iacucci.
Come si ricorderà, nelle scorse settimane, con il rinvio a giudizio da parte del Gup di Paola degli imputati ritenuti colpevoli di disastro ambientale, il cui processo si terrà presso la Corte d’Assise di Cosenza a partire dal 16 aprile 2013, si erano costituiti quali parti civili i comuni di Amantea, Serra D’Aiello e San Pietro in Amantea. Ma non il comune di Aiello, né il Ministero dell’Ambiente, e né la Regione Calabria. La costituzione in giudizio, tuttavia, è ancora possibile prima dell’inizio del processo di aprile prossimo.

In una nota diffusa dal presidente di AdP, Ernesto Cicero, si ribadisce, in aggiunta all’interrogazione presentata dal gruppo consiliare di minoranza, ancora di più la necessità per la comunità Aiellese di conoscere «il motivo per cui il primo cittadino del comune di Aiello Calabro non si sia ancora espresso a riguardo».
«Secondo l’accusa – ricorda Cicero -, lo smaltimento illecito di rifiuti avrebbe comportato seri danni per il territorio e per le acque, utilizzati per pascolo ed agricoltura, causando un aumento statisticamente significativo di tumori nelle aree coinvolte. Ipotesi che destano timore all’interno delle comunità e che se dovessero essere confermate i danni per il Comune di Aiello Calabro e per gli altri comuni coinvolti sarebbero incalcolabili».
«Queste sono le ragioni – spiega – per le quali abbiamo provveduto mercoledì scorso a produrre un atto ufficiale,  presentando all’attenzione del Sindaco un’interrogazione a risposta scritta, articolata in due punti, nella quale si chiedono le ragioni per le quali il sindaco e la giunta non si sono ancora espressi a riguardo e se hanno o meno intenzione di costituirsi parte civile, motivandone ovviamente, in entrambi i casi le ragioni».
«Mi auguro che su una questione così delicata – aggiunge l’esponente del movimento che si oppone alla maggioranza che guida il municipio aiellese – il Sindaco possa rispondere al più presto ai nostri quesiti in modo da poter dare ai cittadini le risposte che tanto aspettano».
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