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«Avvelenati». In libreria

5 maggio 2010

La storia della valle del fiume Oliva, la Jolly Rosso e la Rigel. Il business dei rifiuti tossici e nucleari e la ‘ndrangheta. Ilaria Alpi, Sebri, il capitano De Grazia, l’ing. Comerio, il pentito Fonti. Rotondella e Ustica. La morte…anche della Verità.
Vicende collegate dal filo rosso che lega il business dei rifiuti alle “navi dei veleni”, raccontate con passione  da due bravi giornalisti.

A

«Raccontiamo storie per lavoro. Nel farlo, alcune di esse ci entusiasmano, altre ci indignano, altre ancora, più frequentemente, ci disgustano. Col tempo abbiamo imparato a difenderci dai nostri stessi sentimenti, evitando il coinvolgimento emotivo. E, aldilà delle nostre emozioni, oltre ogni opinione personale, le storie in cui ci siamo imbattuti sono diventate pubbliche, senza reticenze sono state offerte ai lettori-ascoltatori. È il nostro mestiere e lo abbiamo sempre fatto senza infingimenti.

Questa storia, però, non la raccontiamo per lavoro. Usiamo gli strumenti dell’esperienza, certo. Ma non è un fatto professionale. Questa storia semplicemente esige di essere raccontata. I traffici di rifiuti tossici, le “navi a perdere”, i business miliardari di Stati e affaristi che vi ruotano attorno non sono argomenti distanti dal nostro quotidiano. Ci riguardano, da vicino. Banalmente tutto questo pretende di non essere dimenticato. Perché alcune persone sono già morte, altre stanno morendo nell’istante esatto in cui stiamo dando il “visto si stampi” e altre ancora moriranno mentre queste pagine saranno sfogliate dal lettore.

È gente che muore a causa del veleno che ha infettato la nostra terra, il mare, l’ambiente in cui viviamo. Il gene della morte è già entrato nel nostro sangue e persino nel dna di un popolo che ha molte colpe, non ultima quella di aver chiuso gli occhi. Ma che, non per questo, merita di essere ucciso nel silenzio. Siamo stati avvelenati. E, nell’avvelenare noi, hanno avvelenato il nostro futuro, i nostri figli, il modo che abbiamo di affrontare la vita, di fare progetti, di essere e di pensare. Se c’è una cosa che questa storia dimostra è che tra le vittime c’è soprattutto la verità. Purtroppo, hanno avvelenato anche quella».

da “Avvelenati”
di Giuseppe Baldessarro e Manuela Iatì

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